I tiburtini fecero presente anche che se pure il ponte in muratura fosse costato anche il doppio, sarebbe stato franco da spese future ("senza poi contare la spesa continua che esigerà per il mantenimento di un ponte sempre pericoloso, quale sarebbe se fosse di legno") e l'opera sarebbe stata eterna ("ma si avrebbe altresì un'opera immortale e degna del Vostro Pontificato. Degnatevi dunque di esaudirci, ed ordinate, Vi preghiamo, che più non si tardi a costruire sopra gli inespugnabili Piloni solidamente fondati sotto la direzione saggia del Consiglio d'Arte, l'arco di comunicazione della Città alla via Valeria, non in legno sempre soggetto a vicende, ma in materiale, onde resti eternamente la memoria di quanto avete fatto, o Pontefice Sommo, per i Vostri amatissimi Sudditi Tiburtini"). Il pontefice fece un'attenta riflessione riguardo alla richiesta, considerando in particolare la fragilità di un ponte di legno in una zona caratterizzata da rive dell'Aniene estremamente fragili e dal fatto che tale ponte avrebbe avuto bisogno di una manutenzione continua gravando sulla comunità e dalla necessità di assicurare un comodo passaggio per le merci da e verso gli Abruzzi e Roma. Inoltre il suolo tiburtino era ricco di travertini, pietre, calce e pozzolana, tutti necessari alla costruzione di un ponte in muratura, senza essere costretti a cercare in altri stati dei costosi legnami necessari per l'impalcatura. Inoltre, dopo che si fosse aperto il monte Catillo con il traforo, quale via migliore per ammirare tale spettacolo? Così nell'udienza del 25 agosto 1834 il Pontefice ordinò la costruzione di un nuovo "ponte in materiale sopra l'attuale chiusa dell'Aniene in Tivoli". Infine il pontefice approvò la spesa per un ponte in muratura, quale esso appare ora, pur se ricostruito dopo la seconda guerra mondiale, dopo che fu minato e fatto saltare dai tedeschi in ritirata il 30 maggio 1944.
Il ponte era stato inaugurato il 24 maggio 1835, facendo transitare sopra di esso l'icona della Madonna di Quintiliolo, che proprio nel mese di maggio viene trasportata dalla chiesetta fuori Tivoli alla cattedrale di S. Lorenzo per essere esposta alla devozione dei fedeli. Una pia tradizione rimasta intatta nei secoli e che rappresenta la manifestazione religiosa più sentita nella città, insieme alla solenne Inchinata che viene svolta nel mese di Agosto. Il nuovo ponte, è stato ricostruito nella stessa maniera di quello distrutto: la prima pietra venne posta in opera durante una solenne cerimonia pubblica in piazza Rivarola il 27 gennaio 1946 con l'intervento del Ministro dei Lavori Pubblici On. Leone Cattani (1906-1980) e di tutte le autorità civili, militari, politiche e religiose, con alla testa S. E. il vescovo Mons. Domenico Della Vedova
(1875-1951), il quale benedisse la prima pietra. Ricordiamo che nella prima pietra posta alla base sinistra del ponte, guardando piazza Rivarola, fu messo un tubo di piombo con dentro alcune monete d'argento, di nichel e di rame ed una pergamena con la seguente iscrizione, dettata dall'allora Sindaco Gustavo Coccanari:
«Questo ponte - che la munificenza del romano Pontefice - Gregorio XVI - a coronamento del perfosso Catillo - innalzava - l'oppressore teutonico - nel presagio della imminente sconfitta distruggeva. - L'Italia democratica e libera - l'ardente voto accogliendo - del municipio e del popolo - alla civiltà delle genti - restituiva». - Tivoli 26 gennaio 1946. Mons. Della Vedova, Vescovo. - Nob. Rag. Gustavo Coccanari, Sindaco. - Meschini Antonio - Grotta Adalberto - Quinci Giovanni - Cuneo Giovanni - Pascucci Bruno, Assessori. Marziano Paolo, Segretario.
giugno 2014