Merita ancora di essere ammirata questa View of Tivoli dell'inglese Samuel Palmer (1805-1881), acquerello trasparente e opaco con carboncino e grafite, montato su cartone, cm. 32,7 x 41,6, databile al suo viaggio di nozze in Italia, 1838-1839, facente parte del patrimonio del Philadelphia Museum of Art. In questo particolare dell'acquerello è ben visibile il Ponte Gregoriano, anzi una delle prime raffigurazioni di esso. La prima visita del pontefice Gregorio XVI a Tivoli il 28 aprile 1834 (terminata il 3 maggio, con l'intermezzo della visita al Sacro Speco di Subiaco) per ispezionare i lavori dei cunicoli gregoriani, ebbe un notevole effetto presso i lavoranti, animati dalla voce del pontefice e dai doni che avevano ricevuto, e aumentarono l'energia per lo scavo del traforo. Però la richiesta dei tiburtini di un nuovo ponte sopra il baratro non era tanto semplice da esaudirsi, in quanto un ponte in muratura non era stato previsto nella spesa dell'opera dei cunicoli gregoriani, come vediamo in questo estratto dal Chirografo del 9 giugno 1832:
"Col presente Chirografo, in cui abbiamo per espresso e di parola in parola inserito il tenore del progetto della commissione speciale, a Noi già presentato, le dimensioni, il metodo di esecuzione, il tempo del lavoro in esso progetto contenuto, ed in ogni altra cosa quanto si voglia necessaria ad esprimersi, di Nostro motu proprio, certa scienza e pienezza della Nostra suprema ed assoluta potestà, approvando e pienamente confermando la predetta risoluzione della Congregazione deputata, ordiniamo e comandiamo che si esegua il progetto medesimo compilato dalla commissione speciale, a cui Ci riportiamo, e nel quale in sostanza si trova sviluppato il modo di allontanare dalla città di Tivoli il fiume Aniene, divertendolo dall'attuale corso e caduta, rivolgendolo a destra sotto il monte Catillo, alla vigna Lolli, a metri 51 sopra il diversivo della stipa, ove gli si prepara un alveo sotterraneo nelle viscere del monte Catillo, lungo metri 294, a due cunicoli, ciascuno dei quali ha nell'imbocco (posto col ciglio all'altezza dell'attuale chiusa) la larghezza di metri 10, la cui sezione è costituita da un rettangolo alto due metri, sormontato da un arco gotico, formato di due archi circolari del raggio di metri 111/2.
Questi cunicoli saranno formati con la pendenza e sezione competenti; così per un largo e declive sbocco si emette il fiume nell'opposto fianco del monte, sotto l'Icona del Salvatore, nella strada Quintiliolo, dove precipita nell'alveo inferiore, al di là della grotta delle Sirene; questa diversione, passando sotto la via Valeria, offre eziandio il vantaggio di risparmiare la necessaria e reclamata costruzione del gran ponte sopra l'attuale chiusa, sempre pericoloso, e calcolato sopra scudi trentamila".
Ma i Tiburtini si rivolsero direttamente al Santo Padre affinché sistemasse tale strada come lavoro accessorio al Traforo e proprio con i fondi del traforo del monte Catillo. Il Pontefice accolse le preghiere dei nostri concittadini e il cardinale Agostino Rivarola commissionò all'ingegnere Clemente Folchi ("Vogliamo poi che i lavori nel genere, quantità e tempo proposto nel piano anzidetto, siano diretti dall'architetto idraulico Clemente Folchi, ingegnere della Nostra Congregazione")
di esaminare il modo migliore per attraversare l'Aniene, o almeno a quello che sarebbe stato, dopo la costruzione dei cunicoli, il ramo morto del fiume o meglio il suo sfioratoio. Colgo l'occasione per sottolineare, ancora una volta, la mancanza di una memoria nella nostra città dell'ingegnere Clemente Folchi.
Ed approfitto per sottolineare la richiesta che, dopo innumerevoli appelli verbali, la Società Tiburtina di Storia e d'Arte inviò ufficialmente il 6 luglio 2012 al Sindaco di Tivoli e all'assessore alla Cultura:
"Facendo seguito alla opportuna e centrata segnalazione dal prof. Cairoli F. Giuliani, Emerito de "La Sapienza - Università di Roma" e membro del nostro Consiglio Direttivo, durante la presentazione del volume dell'ing. FERDINANDO MILANETTI, Impianti idroelettrici di Tivoli, svoltasi presso le Scuderie Estensi, lo scorso mercoledì 4 luglio, giornata celebrativa del 120° anniversario del primo trasporto al mondo dell'energia elettrica a lunga distanza, la Società Tiburtina di Storia e d'Arte chiede all'Amministrazione Comunale di provvedere all'intitolazione di una piazza o di via, in luogo consono al personaggio, a Clemente Folchi (1780 - 1868), progettista del traforo del monte Catillo per l'inalveamento dell'Aniene. Una adeguata documentazione sull'opera di Folchi è presente nei volumi della Società stessa ed un'attenta e informata "voce", con ampi richiami ai saggi di Vincenzo Pacifici, curata da Giuseppe Bonaccorso, è in Dizionario biografico degli italiani, vol. XLVIII (1997), pp. 525 - 528. La Società è ben disponibile a collaborare nella iniziativa, che ritiene ormai improcrastinabile.
Firmato IL PRESIDENTE
Prof. Dott. Vincenzo Giovanni Pacifici"
novembre 2013
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