La sera del 14 Agosto la processione esce dalla Cattedrale tra due ali di folla che assiste in devoto silenzio allo sgranarsi del corteo. Giunta sul Ponte Gregoriano, fatto costruire nel lontano 1834 da Gregorio XVI, sotto il quale il Monte Catillo fu traforato per ovviare alle inondazioni dell'Aniene, la processione sosta e avviene il suggestivo rito della benedizione delle acque. La macchina del SS. Salvatore viene "girata" prima in direzione dell'Abruzzo (un tempo nemico) poi verso l'acropoli (direzione Roma, anch'essa rivale) poi verso Tivoli (in segno di protezione). Dal citato ponte, distrutto nel '44 dai tedeschi e ricostruito come era prima, da un membro della Confraternita viene gettato un cero acceso (preso tra quelli che ardono davanti alla Sacra immagine del Salvatore) nelle acque sottostanti mentre un sacerdote pronuncia le seguenti parole: "Salvatore nostro, che per mezzo della tua croce hai redento il mondo, salva ora noi".
Il lume acceso simboleggia la luce divina che veglia affinché le acque siano benefiche verso la città e non provochino disastrose alluvioni. In una di queste il popolo tiburtino pregò S.Giacinto Ordrwaz, protettore delle alluvioni in quanto attraversò un fiume in piena vicino Cracovia. Per intercessione del Santo polacco Dio salvò la città facendo cadere un enorme macigno nel luogo in cui l'Aniene stava per straripare e Tivoli fu risparmiata da un'ennesima alluvione.
Così oltre a S.Lorenzo e S.Giuseppe da allora in poi i tiburtini considerarono loro patrono anche S.Giacinto (nella chiesa di S.Biagio a lui è dedicata anche la quinta cappella a sinistra il cui altare è sormontato da uno splendido quadro riproducente il Santo). In passato a ricordo del predetto miracolo in solenne processione dalla chiesa S.Biagio veniva portata una reliquia di S.Giacinto sino al Ponte Gregoriano. Chiaramente oggi Tivoli non corre più il pericolo di essere inondata dall'Aniene in piena in quanto l'opera della deviazione delle acque nei cunicoli gregoriani ha risolto definitivamente il problema e di conseguenza il rito della benedizione del fiume è divenuto puramente simbolico.
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