Notizie storico archeologiche della necropoli

Trattasi di un'importante necropoli di tombe a camera e a fossa, situata nel territorio dell'antica Praeneste (Palestrina), annessa a un abitato protostorico-arcaico (IX-III sec. a.C.) identificabile con l'oppi dum dei Querquetulani (c. d. per la presenza di querce, citato da Plinio, Nat Hist. III, 68-9, tra le città scomparse del Latium vetus e da Dionigi di Alicarnasso, V, 61, 3, tra quelle che aiutarono i Tarquini dopo la cacciata da Roma nel 509 a. C.) o con il centro latino di Pedum. Questo si oppose a Roma, partecipando alla Lega Latina (Dion. Hal. V, 51), fino alla definitiva sottomissione ad opera di L. Furio Camillo nel 338 a. C., quando era alleata di Praeneste e Tibur (Liv. VIII, 12).
Precedentemente è ricordata fra le città conquistate nella guerra antiromana di Coriolano (Dion. Hal. VIII, 19, Liv. Il, 39). Di “regio Pedana”, a proposito di una villa del poeta Tibullo, parla Orazio (Epist. l, 4, 2), mentre Cicerone (Ad Att. IX, 18) fa menzione di una villa di Cesare (Pedanum).


Ingrandisce foto Veduta generale della tomba CX
Foto: Zaccaria Mari

Mentre l'abitato (del quale si riconoscono l’area occupata dalle case-capanne, l'acropoli oggi coincidente con il casale di Corcolle e un’area sacra) occupa quasi per intero il pianoro di colle S. Angeletto (nel Comune di Roma), la necropoli (nel Comune di Gallicano) si estende sul lieve pendio a Sud, ove in età romana transitava una strada basolata, ricalcante probabilmente un percorso assai più antico che collegava dalla città latina di Gabii all'abitato di Corcolle.

La necropoli è già in parte esplorata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio con campagne di scavo annuali (1994-2001), effettuate in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Storiche Archeologiche e Antropologiche dell'Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Allora furono riportate alla luce numerose tombe ipogeo (in seguito reinterrate a scopo di protezione), disposte ai lati di una via sepulchralis incavata nel tufo (lungh. m 250), costituite di uno stretto vano con loculi e una porta chiusa da lastroni tufacei raggiunta da un corridoio (dromos) in discesa o dotato di gradini. Una tomba, più grande, presentava una camera contenente due sarcofagi in peperino simili a quelli rinvenuti nelle necropoli di Praeneste.


Ingrandisce foto Veduta della Via Sepolcrale (scavo 2011)
Foto: Zaccaria Mari

Tutte queste tombe sono databili alla fine del IV-inizi III sec. a. C., ciò sulla base dei corredi che si inseriscono pienamente nella produzione laziale di età mediorepubblicana (ceramica a figure rosse e in vernice nera, piattelli c. d. “Genucilia”, specchi e strigili bronzei di fabbricazione prenestina), ornamenti in metallo e in pasta vitrea. Al prevalente rito dell'inumazione si associava l'incinerazione, documentata da due urne in peperino con coperchio displuviato e un ornato inciso a spina di pesce. La necropoli, tuttavia, ebbe inizio già in eta arcaica con alcune tombe a camera più monumentali (riferibili circa alla metà del VI sec. a.C., ma riutilizzate anch'esse in epoca successiva), servite da un dromos, che risultano diversamente orientate e non allineate sulla via sepolcrale; hanno restituito ricche suppellettili comprendenti vasi etrusco-Corinzi e in bucchero e olle in impasto decorate da costolature o motivi geometrici e zoomorfi dipinti.

Mentre i primi sono oggetti di importazione riscontrabili anche altrove, le olle evidenziano caratteri di una produzione specifica che trova confronti in area latina (necropoli di Tivoli, antica Tibur) e in alcuni centri della Sabina meridionale, con cui l'ager Praenestinus era in contatto proprio tramite Tibur. Infine si è rilevato che alle spalle delle tombe più tarde, e concentrate in particolare all'estremità Nord (presso una cava per blocchi di tufo a cielo aperto), sono dislocate semplici sepolture a fossa prive di corredo.

Notizie fornite da: Zaccaria Mari, Funzionario archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e da Fausto Zevi, professore dell'Università “La Sapienza” di Roma

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