Castel San Pietro Romano

Si tratta della Rocca che dominava l'antica città di Praeneste, oggi Palestrina.

Chi visita la Rocca, restaurata esternamente, rimarrà incantato dallo splendido panorama che si ammira dai suoi spalti. Essa è strutturata a pianta quadrata e presenta agli angoli dei torrioni pure quadrati; nella parte interna, al centro, è situato un bastione dalla forma cilindrica in cui erano rinchiusi i prigionieri. Alla Rocca si accede tramite un ponte levatoio con portale ad arco dopo aver transitato per il vecchio borgo ad essa adiacente. Castel San Pietro in un passato ormai lontano era l'arx (l'acropoli) della vecchia Praeneste (odierna Palestrina), che proprio qui aveva un validissimo punto fortificato per l'estrema difesa essendo protetta da una cinta di mura poligonali. Sembra ormai assodato che la Rocca ebbe i suoi natali nel X sec. d.C.: a quel tempo infatti il papa Giovanni XIII dette alla sorella Stefania, senatrice romana, la concessione (essendo proprietà della Chiesa) del feudo di Preneste e dei terreni annessi.

Le mura di Castel S.Pietro
Ingrandisce foto Vista della rocca di di Castel S.Pietro

Il nepotismo (cioè la tendenza dei pontefici ad elargire favori e poteri ai propri parenti) è qui già palese; per ricambiare tale concessione la senatrice si impegnava a costruire una fortezza, la Rocca di Preneste, sul Monte dell'antica Praeneste (l'odierno Castel San Pietro). La promessa fu mantenuta e nel 980 tale fortezza risultò realizzata. Di lì a poco la Rocca conobbe i primi assedi quando, nel 1012, Giovanni, nipote della predetta Stefania, fu in essa assediato dai soldati inviati dal nuovo papa Benedetto XII.

Né le cose migliorarono con Pietro Colonna, discendente di Giovanni, poiché anche lui continuò la lotta contro il pontefice che non intendeva rinunciare a rimettere le mani sui territori feudali di Preneste. La tensione tra il pontefice e il Colonna arrivò ad un punto tale che quest'ultimo giunse al punto di rinchiudere nella Rocca il legato pontificio della Campania, San Bernardo dei Marsi. Un altro personaggio illustre che poi vi fu rinchiuso fu Corradino di Svevia. Costui (1252-1268) era figlio di Corrado IV; alla morte di Manfredi (1266) era sceso in Italia invocato dai ghibellini per riconquistare il regno di Sicilia a Carlo d'Angiò ma fu sconfitto a Tagliacozzo (1268); riuscì a fuggire tuttavia fu ripreso presso Torre Astura e condannato alla decapitazione.

Castel S.Pietro
Ingrandisce foto Castel S.Pietro Romano

L'odio tra il pontefice ed i Colonna fu sempre alimentato anzi aumentò con la proclamazione di un nuovo papa, molto teocratico, quale Bonifacio VIII (sul soglio pontificio dal 1294 al 1299) che non voleva per niente al mondo rinunciare ad affermare la superiorità della Chiesa sull'Impero e quindi anche a riprendersi i propri possedimenti. Bonifacio così dichiarò non più valida la concessione del feudo di Preneste con territori annessi alla famiglia dei Colonna.

Costoro non accettarono l'imposizione e risposero con altrettanta alterigia dichiarando che Bonifacio, eletto dopo che Celestino V aveva rinunciato ad essere papa, aveva "comprato" la sua elezione. Il pontefice, che anche Dante nella "Divina Commedia" pone tra i simoniaci nell'Inferno, ordinò nel 1298 di distruggere i feudi dei Colonna: Colonna, Zagarolo e Palestrina. Decise di risparmiare in parte Castel San Pietro; anzi proprio nella Rocca Colonna fu imprigionato Iacopone da Todi.

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