La gastronomia arsolana è caratterizzata dall'utilizzo di prodotti della "terra" alquanto semplici, disponibili nelle famiglie contadine di un tempo.
Facciamo riferimento alle diverse varietà di fagioli (fra cui il fagiolo "cappellette" e il fagiolo "cioncone") cui gli arsolani si sono massicciamente dedicati in passato facendone anche un commercio.
Tra le varietà la più nota è sicuramente la "Fagiolina arsolana", tipico legume di colore bianco, di dimensioni fra i 5 e i 7 mm, un pò tondeggiante, di pasta delicata, facilmente digeribile, scampato all'omologazione delle colture commerciali.
Questa varietà di fagiolo (la cui semina avviene nel mese di maggio per poi raccogliere il prodotto tra la fine di agosto e i primi di settembre) è coltivato in terreni sabbioso-argillosi di composizione eterogenea come quelli presenti nelle campagne ai piedi del paese bagnate dal fosso Bagnatore e dal fiume Aniene. Essendo una pianta rampicante si prestava molto bene alla consociazione col mais: il seme si preparava mescolando il fagiolo con il mais (circa 1 a 7 kg) che erano poi seminati nella stessa buca.
In passato la piana di Arsoli era tutta coltivata a fagiolina tanto che, oltre a divenire il pasto primario (alimento indispensabile per l"apporto nutritivo soprattutto di proteine) per gli arsolani, fu oggetto di commercio venendo venduto nei mercati di Roma.
Per salvaguardare questo prodotto tipico, vero e proprio tesoro genetico come l'hanno definito i ricercatori del Cnr di Porano, si è proceduto ad iscrivere il seme nel Registro Volontario regionale delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario a rischio di erosione (ai sensi della L.R. 15/00).
Gli arsolani hanno sempre dedicato al raccolto della fagiolina feste paesane che con il tempo si trasformate in una sagra che si svolge tra la fine di agosto e l'inizio di settembre.
Per due giorni vengono riprodotti i piatti tipici della cucina arsolana cucinati ancora secondo le antiche modalità contadine e con prodotti genuini locali: "ciciarchiole", "sagne", "fasoli lissi", "fasoli in umido", "saciccie e braciole de porco", "pane casaricciu", "ciammellette de magru" e "vinu bbono".
Naturalmente accanto al profano c'è anche il sacro con le celebrazioni in onore dei Santi Patroni.
Tutto si svolge nella festosa atmosfera che si avverte in questo periodo nel meraviglioso borgo medievale particolarmente animato dalla varietà delle iniziative che si susseguono in un coinvolgimento che, unito alla squisita ospitalità della popolazione, provoca soprattutto nei villeggianti, nei turisti e visitatori irripetibili sensazioni di soddisfazione.
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