Il paesino di Vallepietra, noto ai più per il celebre Santuario, sorge a m. 826 s.l.m. su uno sperone di roccia arroccato per ragioni difensive intorno al castello dalla caratteristica torre merlata a pianta quadrata ed alla vecchia chiesa parrocchiale. Vallepietra infatti è situata nella Valle del Simbrivio un affluente dell'Aniene, confina con il territorio di Camerata Nuova mentre i vicini Monti Tarino (1959 m.) e Autore (1853m.) si stagliano imponentemente. In un documento vergato sotto il brevissimo pontificato di Niccolò II (fu Papa per soli due anni e precisamente dal 1059 al 1061) appare per la prima volta citata Vallepietra; essendo stata soppressa la diocesi di Trevi passarono a quella di Anagni tutti i paesini che dipendevano dalla cancellata curia. Gli abitanti di Trevi però si dettero molto da fare per ottenere ricostituita la loro diocesi fino a quando nel 1227 Gregorio IX non li soddisfece in parte ordinando che la quarte parte delle decime dei luoghi sacri di Vallepietra fosse data all'abate della cattedrale di Trevi.
Quest'ultima città durante il 1257 fu dal papa Alessandro IV data in feudo a suo nipote Rinaldo di Jenne dietro un obolo da lui offerto in occasione della festa di Onnisanti. La potente famiglia dei Caetani governò Vallepietra dal 1297 al 1670 dimorando nel castello quando venivano qui. Sempre nel maniero era la curia. A quel tempo il paese era cinto di mura con due ingressi: uno sulla via che portava a Roma e l'altro su quella che conduceva nel Regno di Napoli.
Ancora oggi si accede nel paese attraverso Porta del Sole e Porta Napoletana. Il marchese Tiberio Astalli subentrò come feudatario ai Caetani nel 1670; nel 1767 fu comprato dal Conte G. Campagnoli Marefoschi e nel corso dell'Ottocento fu acquistato dalla nobile famiglia dei marchesi Troili. Proclamata la Repubblica Romana a poco a poco vennero meno i diritti feudali degli ultimi nobili proprietari.
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