L'antico palazzo baronale, costruito nel XVII secolo, oggi ospita il museo d'arte moderna della città.
Qui sono esposte le opere di artisti che hanno soggiornato ad Anticoli e lo hanno ritratto o hanno avuto come modelle le donne anticolane, famose per la loro bellezza. Basti citare Kokoschka, Carena, Martini, Salvati, De Carolis ma anche tanti altri. Detto museo è situato nei locali su due piani del palazzetto, donato al Comune dal principe Marcantonio Brancaccio, sito nell'area dell'antico castello trasformato in palazzo baronale.
Inizialmente nacque come Galleria Comunale d'Arte Moderna inaugurata nel 1935 in due locali in Piazza delle Ville (dove era stata collocata la fontana di Arturo Martini) per volere degli artisti Riccardo Assanti e Pietro Gaudenzi. Furono loro ad organizzare una raccolta pubblica di opere d'arte eseguite sul posto. Attilio Selva, Orazio Amato, Antonio Munoz, Pietro Gaudenzi, Riccardo Assanti e Carlo Toppi aderirono al comitato promotore.
Erano ben settantaquattro (come si evince da un pieghevole pubblicato il 15 settembre 1935) le opere esposte nella Galleria.
Si trattava di disegni, pitture e sculture realizzati, a partire dal 1884, da artisti italiani e stranieri soggiornanti ad Anticoli a cui avevano donato le loro realizzazioni. Col tempo se ne aggiunsero altre fino ad essere più di duecento. La Galleria restò aperta fino alla fine degli Anni Quaranta del XX secolo arricchendosi di altre acquisizioni opera di artisti che avevano aperto i loro studi in questo paese. Successivamente, per il mutare delle correnti artistiche, la Galleria conobbe un momento di stasi e solo nel 1965 si pose mano, grazie al Sindaco Michele Salerno, a riordinare la collezione che si arricchì di nuove opere anche perché furono assai numerosi i personaggi e i pittori che giunsero ad Anticoli.
Tra il 1963 ed il 1975 ad esempio vi lavorò e visse Rafael Alberti riscoprendo una sua vena pittorica e componendo varie poesie ispirategli dalle bellezze dell'alta valle dell'Aniene.
Nel 1983 fu fatto un inventario delle opere qui esposte dal direttore del Museo, Umberto Parricchi che provvide inoltre, finanziato dalla Regione e dalla Provincia, a restaurare il Palazzetto Brancaccio (con i fondi della Regione e della Provincia) sul progetto dell'arch. Sergio Rappino finalizzato ad utilizzare i locali delle ex-carceri al piano terra e quelli adiacenti del Municipio per ampliare e ristrutturare il Museo, modernizzandolo, oltre a creare un centro culturale polivalente e polifunzionale.
A tal fine curò e pubblicò il volume "Un paese immaginario: Anticoli Corrado" presentato ad Anticoli il 30 marzo 1985 in occasione dell'inaugurazione della riapertura del Museo. Secondo le sue intenzioni, il volume, edito dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato, sarebbe stato il
primo di una numerosa collana sui centri storici minori dell'Italia minore ma tale progetto naufragò con la sua morte.
All'inaugurazione furono presenti molti personaggi come Raphael Alberti e Alberto Moravia, Emilio Greco, Enrico Gaudenzi. Al Parricchi subentrò Jacopo Recupero e alla sua morte, nel 1992, Fabio Benzi, col quale il Museo si è arricchito di opere della prima metà del XX secolo (di Domenico Spadini, Giuseppe Capogrossi, Arturo Martini, Fausto Pirandello, Rafael Alberti, Ercole Drei, Adolfo De Carolis ed altri artisti). In questo periodo è giunta a conclusione l'opera di ampliamento e di ristrutturazione delle sale con un nuovo e migliore allestimento.
Nel 1995 viene pubblicato il primo catalogo completo del Civico Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Anticoli Corrado che ormai ospita seicwento 600 opere di importanti artisti italiani e stranieri (Giulio Aristide Sartorio, Fausto Pirandello, Giuseppe Capogrossi, Oskar Kokoschka, Emilio Vedova, Rafael Alberti ecc.). Le opere raccontano la storia degli artisti che hanno conosciuto Anticoli dagli inizi dell'800 ad oggi.
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