Il tempio vero e proprio è andato quasi completamente distrutto anche a causa della collocazione in loco dell'antica cenrale idroelettrica. Restano i lati lunghi del perimetro e solo grazie ai disegni del francese Charles Alphonse Tierry (fatti nel 1861-1863) è possibile ipotizzare che si trattasse di un peripteros sine postico, cioè circondato da un colonnato su tutti i lati tranne quello posteriore (come era in uso in età repubblicana, come il Tempio di Venere Genitrice nel Foro di Cesare). L'eidificio si sviluppava su un alto podio cui si accedeva mediante una gradinata. La cella era circondata su tre lati da un colonnato con otto colonne sul prospetto principale e dieci sui due lati. Sul suo fondo un'esedra incorniciava la statua colossale di culto di Ercole, nume tutelare dell'antica città di Tibur il quale per molti aspetti corrispondeva al dio romano Marte e proprio per questo aveva come sacerdoti un collegio di Salii.
Questi presiedevano le celebrazioni delle idi di agosto precisamente del 12 e 13 dedicate ad Ercole Vincitore; Virgilio nell'Eneide (lib. VIII, 280 s.) ricorda che i Salii per questa occasione si vestivano di pelli, si cingevano il capo con fronde di pioppo, si armavano e recando fiaccole accese cantavano in onore del dio, stando divisi in due schiere: quella dei giovani e l'altra degli anziani.
Ai lati della scala di accesso al tempio erano collocate due grandi fontane (quella di destra abbastanza conservata) all'interno delle quali era posto un ciclo di statue in miniatura raffiguranti immagini dell'eroe. Del ciclo ci è pervenuta una bellissima statuetta in cui è ritratto un giovane Ercole seduto su una roccia coperta da leontè.
Sul lato sinistro del tempio è visibile il maggiore ritrovamento dell'antico edificio: quattro elementi del basamento in travertino, il più semplice, liscio, lungo fino a 24 metri e quello superiore modanato come una cornice. Le dimensioni del basamento fanno ben capire l'imponenza del tempio.
Proprio accanto al basamento è stato inoltre rinvenuto un antico "Thesaurus" (una sorta di cassetta per le offerte).
L'edificio sacro era posto al centro di una vasta spianata circondato su tre lati da portici a due ordini affollati da statue e sculture onorarie di personaggi romani e del Lazio e da iscrizioni di chi aveva fatto lavori a beneficio del santuario. In asse con il tempio si trovava il teatro fornito di scena e portico retrostante.
Il tempio fu coperto nel 1925 da due grandi vasche di cemento, per cui ne sono ancora visibili solo i lati lunghi del podio inferiore.
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