Un'ultima leggenda ispirata alla tradizione tirrenica è quella di Anio, re degli Etruschi, che lasciò il nome al fiume, prima chiamato Peretusio, in cui era annegato inseguendo la figlia fuggitiva per amore, Salia, che divenne madre di Latino e di Salio, capostipiti di illustri prosapie. Altra opinione, condivisa da diversi studiosi, fa risalire la parola Tivoli (Tibur e, forse, originariamente, Teibur) alla parola sabina Teba, che secondo Varrone indicherebbe colle. Il nome deriverebbe, pertanto, dalla posizione in cui là città veniva a trovarsi; città posta in alto, sopra un colle (235 m). D'altra parte, il nome colle è rimasto a quella parte della città che è posta al di sopra dei dirupi dell'Aniene.
Ma sulla parola Tibur c'è una ultima ipotesi: tenendo presente l'elemento più caratteristico del territorio, cioè la grande cascata, Tibur significherebbe città presso il salto dell'acqua e non città sul colle, legato al termine Tiberis, cioè al Tevere, che è appunto un corso d'acqua. La prima tradizione, quella cioè della costruzione ad opera di una colonia greca, forse la più suggestiva, è quella che ha riscosso maggiore credibilità da parte degli studiosi locali.
Per questo, lo storico Del Re poté ipotizzare la fondazione della città nel mese di Aprile, mese in cui venivano svolte, presso le popolazioni greche, le principali celebrazioni dei riti della primavera. Oggi gli storici sono arrivati alla conclusione che sicuramente Tivoli fu una antica colonia sicula che cominciò a svilupparsi come agglomerato urbano soltanto durante l'età del ferro con il contributo di popolazioni latine, sabine e gruppi provenienti dagli Appennini. L'anno di fondazione della città si fa risalire al 1215 a.C., 462 anni prima di Roma, il giorno della fondazione viene celebrato il 5 aprile, riprendendo quanto ipotizzato dal Del Re. Nel 1985 è stata celebrata l'alba del XXXIII secolo di vita della città.