Nei pressi delle due fontane poste ai lati della gradinata di accesso al tempio, era posto un ciclo di statue in miniatura raffiguranti immagini dell'eroe. Del ciclo ci è pervenuta una bellissima statuetta in marmo bianco cristallino alta circa 42 centimetri e risalente al I secolo a.C.. La statua, mancante delle braccia e delle gambe, ritrae un giovane Ercole seduto su una roccia coperta da leontè. Il dio, senza barba, appare tuttavia già con potenti muscoli.
Probabilmente l'opera si rifà all'Eracle Epitrapezio di Lisippo, cantato da Marziale e da Stazio che ne ricordano le piccole dimensioni (1 piede).
A differenza della celebre opera di Lisippo (dove la divinità è nuda e aveva nella mani una clava e una coppa), la scultura tiburtina è caratterizzata sia dalla giovinezza del dio sia dalla presenza della corazza e dell'elmo, tipici del carattere militare del culto di Ercole a Tivoli.
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