Il nucleo storico risulta già abitato e fortificato intorno all'anno 1000 quando nei documenti storici viene già indicato come "castellum". Dentro le sue mura i contadini della zona trovavano rifugio dalle guerre tra i nobili e signorotti locali per il controllo dei castelli.
Il primo documento, in cui viene citato Roviano, riguarda proprio la Chiesa di S. Maria, costruita su preesistenti strutture. Nel Regesto Sublacense infatti, il primo atto che accenna al territorio è il Privilegio di papa Nicolò I, datato 20 agosto 867, dove, a conferma dei possedimenti del Monastero sublacense, viene nominato appunto "il fundum qui vocatur Robianum, cum ecclesia qui vocatur sancte Mariae". Nel diploma di Ottone I dell'anno 967 si nomina, sempre tra i beni del Monastero sublacense, Roianum maius, et Roianum minus che corrispondono evidentemente a Roviano e Rovianello (l'imperatore infatti stabilì che il Castello e il Monte andassero a far parte dei possedimenti dell'Abbazia di Subiaco, che incamerò anche la contigua Rovianello). Le rovine di Rovianello sono situate su una collina a circa due chilometri a valle dell'attuale paese. L'assegnazione, tuttavia, non avvenne senza conflitti e controversie, poiché l'abate del
Monastero di San Cosimato, a Vicovaro, rivendicò il possesso del Monte di Roviano con la Chiesa di Santa Maria.
Vista di Roviano
Nel 983 papa Benedetto III cercò di mediare nella controversia, favorendo l'Abbazia sublacense e suscitando però il risentimento dei feudatari del luogo.
Un'iscrizione nella Chiesa di Santa Scolastica a Subiaco riporta che nel 1051 Ruvianum apparteneva ai benedettini. Infatti, secondo la cronaca del Mirzio, intorno al Mille il conte Rainaldo, figlio di Bernardo, restituì all'Abbazia sublacense Roviano e Rovianello insieme ad Arsoli ed Anticoli. Leone IX, nel 1051, e successivamente Pasquale II nel 1115, mantennero l'appartenenza di Roviano sempre al Monastero di Subiaco.
Nel 1183 l'abate Simone reclamò contro Riccardo d'Arsoli che teneva Roviano e Rovianello.
Il pontefice Leone III affidò allora la vertenza a Milone, vescovo di Tivoli, che però non riuscì a risolverla. Il pontefice convocò presso di sé Riccardo per indurlo a sottomettersi ed emise sentenza a favore dell'Abbazia.
Nel 1189 Roviano e Rovianello figurano confermati al Monastero da Clemente III ma successivamente passarono ai Colonna di Riofreddo. Si fa infatti menzione di Landulfus Columna rniles Rivifrigidi ed Rubiani dorninus. Nel 1227 il feudo passò ai Colonna di Riofreddo e successivamente fu diviso tra i vari rami della famiglia. Da ricordare un Landolfo Colonna che probabilmente diede a Roviano, nel 1287, lo Statuto. Roviano e Rovianello, negli statuti tiburtini del 1305 e del 1500, sono annoverati tra i castelli censurati verso Tivoli. Bonifacio VIII, con bolla del 14 settembre 1297, confiscò il feudo ai Colonna e Rovianello, con bolla del 10 settembre 1300, fu concesso agli Orsini.
Fontana "Pischera"
Il feudo continuò a cambiare proprietari negli anni successivi. Il 18 maggio 1434 Giovanni Andrea Colonna, anche a nome del fratello Giacomo, ratificò lo Statuto di Roviano. Nel 1500 Alessandro VI attribuì nuovamente il feudo all'Abbazia di Subiaco ma nella guerra contro Ascanio Colonna, nel 1541, Pierluigi Farnese si impossessò lo stesso di Roviano. Con atto notarile a firma di Crisante Roscioli, il 24 novembre 1625, Roviano e Rovianello furono venduti a Carlo Barberini. Attraverso i Barberini il paese passò dai Colonna del ramo di Paliano a quelli di Palestrina, chiamati poi Carbognano e quindi ai Colonna-Sciarra.
Nel sec. XIX passò ai Massimo ed infine, dal 1909, ai Brancaccio, di cui ne rimane il nome dato al vecchio castello (oggi di proprietà comunale e sede del Museo).
Nel 1809, sotto il governo francese, fu realizzato un riordino amministrativo per cui Roviano entrò a far parte del Comune di Anticoli, che faceva parte a sua volta del circondario di Tivoli.