Si suppone che il suo nome derivi da una sorgente situata ai piedi della collina su cui sorge il paese. Tale sorgente, nota in età romana, era detta o Aqua Augusta in onore dell'imperatore Cesare Ottaviano Augusto, che prima mandò il genero Agrippa nell'alta Valle dell'Aniene per cercare nuove sorgenti, e poi nell' 11 a.C. ne fece confluire le acque nell'Aqua Marcia. Troviamo una conferma a questa tesi nel trattato "De aquis Urbis Romae"o De acque ductu), scritto tra il 97 e il 114 d.C. da Sesto Giulio Frontino.
Il trattato sugli acquedotti è in due libri e tratta dei problemi di approvvigionamento idrico all'Urbe, essendo lui il curator aquarum (curatore delle acque) quindi il responsabile degli acquedotti e dei servizi connessi. Questo trattato molto scrupoloso riporta notizie storiche, tecniche, amministrativo-legislative e topografiche sui nove acquedotti esistenti all'epoca a riprova della grandezza imperiale romana.
Proprio in questo trattato (giuntoci grazie ad un manoscritto del XII secolo trovato dall'umanista Poggio Bracciolini nel 1429 nell'Abbazia di Montecassino) si legge che Augusto, per risolvere il problema della carenza di acqua durante la siccità, dette ordine di convogliare nell'Acqua Marcia un'altra acqua, di pari bontà, sgorgante da una vicinissima sorgente.
Sempre agli acquedotti è riconducibile l'ipotesi che il nome Agosta deriverebbe da Aqua Hausta (acqua attinta, captata; vari erano infatti gli acquedotti che da qui conducevano l'acqua all'Urbe assetata).
Per alcuni l'etimologia di Agosta deriverebbe da Ad Quas -"presso le quali (acque)"- alludendo alle molteplici sorgenti di cui è ricco il territorio agostano.
Secondo una leggenda invece il nome deriverebbe da una principessa di nome Augusta o Fausta che sarebbe stata imprigionata dal padre nella torre del locale castello desiderando sposare un giovane appartenente ad una famiglia nemica.
Infine troviamo l'ultima ipotesi in "Stemmi e sigilli della Regione Lazio"di Corrado Lampa: Agosta deriverebbe il suo nome da una colonna che un certo numero di legionari (attraversanti la Valle dell'Aniene per recarsi a Roma col fine di riunirsi all'esercito essendo finito il II triumvirato con la morte di Crasso e con lo scoppio della guerra civile tra Ottaviano e Marcantonio) innalzarono in onore dell'imperatore Cesare Augusto Ottaviano sull'altura su cui sorge il paese.
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