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L'edilizia civile romanica si sviluppò all'interno
della città con case-torri
di pianta quadrata (rifugio di una determinata famiglia
e dei suoi consociati); il materiale in esse utilizzato deriva
da laterizi recuperati da vecchi edifici, da sculture e ornamenti
romani. Queste case-torri (che mancano di un portone d'ingresso
in quanto una scala di legno asportabile immetteva tramite
una finestra al I° piano) caratterizzano il quartiere
medioevale tiburtino; la loro presenza, insieme a quella delle
torri campanarie e di torri di guardia lungo le mura, dava
a Tivoli l'aspetto di una città turrita.
Case-torri in Vicolo dei Ferri
Accanto
ad esse (tra l'altro sempre situate nei punti strategici
della viabilità) troviamo anche case di stile romanico
molto piccole, arricchite da archetti pensili esternamente,
con tetto spiovente; erano costituite da un magazzino
situato a pianoterra e da un'abitazione con soppalco al
I° piano raggiungibile tramite una scala esterna in
muratura.
A
causa dell'incremento demografico (6000-8000 abitanti) si
dovette ampliare verso Sud e verso Sud-Est la cinta
muraria intervallando una serie di torri di guardia lungo
predetto perimetro (i bombardamenti del 1944 e le speculazioni
edilizie degli anni successivi le hanno distrutte; resta una
parte abbastanza ben conservata nel muro di sostruzione di
Villa d'Este).
Il centro politico- amministrativo fu naturalmente il Palazzo
Comunale con annessa la piazza antistante dove i cittadini
si riunivano, collocati in contrada S.Paolo: l'edificio, che
si affaccia su piazza Palatina e su Piazza delle Erbe, era
il palazzo-arengario, la chiesa (S.Michele), la
torre e la piazza attigue rappresentano il centro decisionale
dell'età comunale tiburtina. Tuttavia nelle occasioni
più importanti l'arengo era la "platea Maiori"
cioè Piazza Domenico Tani attigua alla Cattedrale
di S.Lorenzo.
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