tra di essi uno divenne persino Papa: il tiburtino Simplicio
(468-483) sotto il quale fu eretta la basilica
paleoromana di S.Pietro, che nell'area sottostante l'odierna
costruzione romanica, conserva testimonianze antecedenti.
In questo periodo, se ne ha notizia fin dall'VIII secolo,
fu costruita la Cattedrale
di S.Lorenzo (poi rifatta nel XVII secolo per ordine del
Cardinale Giulio Roma) il martire che si sostituì al
culto
di Ercole.
Nel 435 i Vandali di Genserico invasero il territorio di Tibur
martirizzando, secondo una prima ipotesi, i santi tiburtini
Generoso e Majoreo. Nel 537 Totila, re degli Ostrogoti, assediò
Tivoli e nel 545 trucidò il vescovo della città
(che secondo una seconda ipotesi sarebbe il martire tiburtino
S.Generoso, il cui corpo è conservato sotto l'altare
della Cattedrale di Tivoli venerato come protettore della città insieme
a S.Lorenzo).
Essendo poi i Goti stati vinti dall'imperatore bizantino Giustiniano (che aveva affidato al suo generale Belisario la riconquista dell'impero d'Occidente), Tivoli fu ricostruita e fu occupata da 500 soldati e due capitani bizantini, Magno e Sintue, ai quali spettò il compito di restaurare le mura urbane. Con la lunga guerra durata dal 536 al 553 Giustiniano si rimpossessò dell'impero Occidentale ma ciò comportò una distruzione di ricchezze e di uomini per cui malattie e miseria fecero strage dei sopravvissuti.
Fu
dato allora più potere ai vescovi che dovevano vigilare
sulle carceri, sui minori, sulle rendite pubbliche dei municipi,
sulla scelta dei luogotenenti delle province e su quella degli
impiegati cittadini il che diede inizio al loro potere temporale.
Ci fu poi l'invasione dei Longobardi che assediarono Roma
nel 579; anche a Tivoli, come nell'Urbe, fu organizzata la
milizia cittadina per la difesa della città. Il Papa
Gregorio Magno utilizzò i beni della Chiesa per aiutare
le popolazioni ed il vescovo di Tivoli, Anastasio, seguendo
il suo esempio, aiutò i tiburtini utilizzando i proventi
del patrimonium tiburtinum.