Sotto il principato di Nerone iniziò a Tivoli la diffusione del messaggio evangelico grazie all'apostolo Pietro ed a facoltose famiglie locali quali i Valeri ed i Cecili , che, possedendo molti latifondi, diedero ospitalità ai primi cristiani perseguitati. Sotto la dinastia Flavia la diffusione cristiana continuò soprattutto nella zona intorno a Ponte Lucano ma fu sotto Adriano che il mondo pagano, gravitante soprattutto intorno al santuario di Ercole Vincitore, iniziò a congiurare ed a sobillare contro i cristiani affermando che Ercole era indispettito dalla loro presenza a Tivoli. Adriano, che voleva inaugurare la sua villa tiburtina col favore divino, dette ordine di arrestarne alcuni, appartenenti al ceto dei liberti imperiali, tra cui Sinforosa o Sinferusa insieme ai sette figli, al marito Getulio (che poi fu martirizzato a Gabi in Sabina oggi Torri) ed ai parenti più prossimi, Eugenio ed Amanzio. Il santuario di Ercole Vincitore fu il luogo dove costoro alla stessa presenza di Adriano furono processati e condannati a morte. Santa Sinforosa fu precipitata nell'Aniene con un sasso legato intorno al collo dopo aver assistito al martirio dei suoi figli.
Il suo corpo e quelli delle sue creature furono sepolti al IX miglio della via Tiburtina, su cui poi nel V-VI sec. sorse una basilica ancora esistente. Il cristianesimo a Tivoli si diffuse all'inizio soprattutto tra liberti e schiavi desiderosi di un riscatto morale e sociale, ma anche tra chi desiderava un cambiamento politico. Altri martiri tiburtini furono Vincenzo e Cereale, trucidati anch'essi sotto Adriano; sotto Genserico poi fu ucciso Majoreo; sotto Decio furono martirizzate Vittoria ed Anatolia;
il re degli Ostrogoti, Totila, nel 545 trucidò il martire tiburtino S.Generoso il cui corpo si conserva sotto l'altare maggiore della cattedrale di Tivoli essendo venerato protettore della città insieme a S.Lorenzo. Ben presto verso la fine del II sec. d.C. la presenza imperiale per motivi bellici ai confini sparì dal territorio tiburtino che cominciò a decadere diventando luogo in cui venivano relegati prigionieri illustri di guerra come ad esempio Zenobia, regina di Palmira, sconfitta da Aureliano e confinata in una villa prossima ai laghetti delle acque albule. Mentre la paura delle invasioni cresceva, le persecuzioni contro i cristiani continuarono fino al 313 (editto di Milano, voluto da Costantino) in cui fu riconosciuta la libertà religiosa; allora anche a Tivoli come altrove i cristiani cominciarono ad inserirsi nell'amministrazione del municipio aiutati in questo dal vescovo, il quale aveva la supremazia su tutta la diocesi, costituita da piccoli centri della Valle d'Aniene comprendente mille miglia quadrate di territorio.
Così la diocesi tiburtina da ente amministrativo e civile divenne anche circoscrizione religiosa permanendo intatta fino al XVII sec. Tivoli iniziò così a diffondere il vangelo in terra marsicana e verso l'oriente italico sfruttando per questo la via Tiburtina-Valeria tanto importante per i traffici commerciali ed ora altrettanto significativa per penetrare in quelle terre arretrate dove la religione greco-romana ancora sopravviveva relegata nei piccoli "pagi"(villaggi) e per questo definita pagana.
Tivoli
sfruttò in questa sua missione evangelizzatrice la
sua mentalità aperta, di cui facevano tesoro i pastori
appenninici che per la transumanza scendevano nella pianura
laziale passando per Tibur. Molti furono gli eremiti legati
al monachesimo orientale che frequentarono, passando per Tivoli,
la Valle dell'Aniene come Equizio, Severino aprendo la strada
al monachesimo occidentale di S.Benedetto.
Il primo vescovo che si conosce fu un certo Paolo da Tivoli
che reggeva la Chiesa tiburtina nel 353 (secondo il Calcioli
il 366); due invece furono i tiburtini ad essere eletti pontefici:
S.Simplicio eletto
papa nel 471 e Giovanni IX nell'anno 898.
Le bellezze artistiche di Tivoli furono spoliate da Costantino
e Costanzo per abbellire Costantinopoli. Dopo la metà
del IV sec. il santuario di Ercole Vincitore chiuse mentre
sotto Giuliano l'Apostata anche a Tivoli ci fu un tentativo
di ripristino della religione pagana definitivamente cancellata
dall'editto di Teodosio che riconosceva come religione ufficiale
il cristianesimo. La fama del santuario di Ercole attirò
i Visigoti, poi, essendo architettonicamente imponente e posto
in una posizione strategica, fu inglobato nelle mura cittadine;
vicino ad esso sorse la chiesa di S.Silvesto ancora esistente.
L'elezione di un Papa tiburtino, Simplicio (468-483) portò
all'edificazione di molte altre chiese. Dal V sec. poi il
dio tutelare tiburtino pagano, Ercole, venne sostituito con
il diacono, martire nel 258, S. Lorenzo; il suo culto si insediò
nel foro tiburtino e nell'area della costruenda cattedrale
omonima dove è ancora custodita una sua reliquia: un'ampolla
di sangue che si scioglie il 10 agosto, giorno a lui dedicato.
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