Fu così che la cinta muraria fu duplicata ed in alcuni casi persino triplicata; in essa furono aperte caditoie e feritoie per far in
modo che gli assediati, protetti dalle possenti mura, potessero gettare sul nemico assediante ogni genere di oggetto, fecero la loro comparsa
ponti levatoi e fossati mentre nel cortile interno, posizionato centralmente, fu innalzato il mastio.
Solo dal XIII sec. il castello divenne anche
residenza ufficiale del signore, centro amministrativo e fortezza. In esso è possibile cogliere tre elementi peculiari: la "cinta", circondata dal fossato e
caratterizzata dalla presenza di torri, il "mastio", sede del tesoro e dell'armeria, situato nella parte più protetta ed infine il "palatium", vale a dire la residenza
del signore.
Nei sec. XIV e XV in Italia ritroviamo la tipologia del castello in alcuni edifici pubblici quali il palazzo della Signoria a Firenze,
tanto per citarne uno. In seguito, affermandosi le signorie, il castello, anche se continuò a mantenere una struttura difensiva nell'architettura,
divenne sempre più il luogo di residenza stabile del signore.
Splendido esempio dell'evoluzione dei castelli in lussuose dimore signorili nel XV-XVI sec. sono in Francia i castelli della Loira.
Tornando in Italia occorre aggiungere un'ultima cosa: i castelli ad un certo punto (a partire dal XIII sec.) divennero centri strategici per il dominio del territorio e per questo costituirono oggetto di contesa tra il papato (allora teso ad affermare la supremazia della Chiesa sull'Impero e quindi ad asserire il diritto di detenere il potere spirituale e quello temporale, vedi la simbologia delle due chiavi o quella del sole e della luna) e le varie famiglie nobili locali sostenitori magari dell'imperatore.