In esso si è voluto riconoscere il Pecile ricordato dalle fonti, ispirato alla celebre Stoà Poikile di Atene che accoglieva le produzioni artistiche dei più grandi pittori greci. Si tratta di un monumentale quadriportico, delimitante un giardino con grande piscina centrale. La parte settentrionale, di cui si conserva l'intero muro di spina avente un'altezza di 9 m. e un ingresso monumentale al centro per permettere l'accesso provenendo da una strada che si snodava da nord, era costituito di un doppio portico come è testimoniato dai sottoplinti situati sui due lati del muro si spina, sui quali poggiavano le colonne oggi scomparse e quindi sostituite da piante di bosso potate cilindricamente.
La copertura del porticato era a due falde come si evidenzia osservando i grossi fori presenti nel muro di spina. Girando sette volte intorno alla spina si percorrevano 2 miglia (3 km circa), la misura perfetta della passeggiata postprandiale secondo quanto prescritto dalla medicina romana. Nel XVIII sec. infatti è stata trovata un'iscrizione in cui si riportano le norme per una passeggiata salutare.
In un secondo momento , cioè nella seconda fase costruttiva della villa, vennero aggiunti la vasca rettangolare di 100 m. x 25 e gli altri bracci del portico di andamento un po' convesso e racchiudenti uno spazio lasciato a verde . L'area, collegata da scale a quelle circostanti (sala dei Filosofi e Teatro marittimo da un lato, edificio con tre esedre, Ninfeo/stadio,edificio con Peschiera dall'altro), era pensata come un luogo "isolato", ideale per la meditazione, in quanto gli alti muri che la racchiudevano impedivano la vista del resto della villa ed isolavano chi vi si aggirava cercando la solitudine.
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