Da Tivoli, proseguendo sulla Via di Quintiliolo verso Marcellina,
si incontra il convento
di Sant'Antonio, costruito sulla terrazza superiore della
Villa romana c.d. di Orazio Flacco, donatagli da Mecenate,
in parte inglobando porzioni di muro in opera quasi reticolata.
Si possono vedere tratti di muro e pavimenti a mosaico nelle
cucine.
La Villa è un edificio repubblicano di imponenti dimensioni, costruito su tre livelli per assecondare l'accidentata morfologia del terreno: edificato tra le quote di m.175 e m.215, presenta un fronte di m.150 e una profondità di m.60. I resti più consistenti sono sostruzioni, vari brani di mosaico pavimentale, alcune sezioni di muro costruito sulla terrazza superiore e alcune sezioni di muro in opera quasi reticolata.
La struttura più importante e meglio conservata del complesso è però il cosiddetto "ninfeo"
realizzato nel livello inferiore della Villa.
Esso è composto da tre ambienti, di cui i due laterali sono cisterne non comunicanti con quello centrale, impropriamente detto "ninfeo", aperto all'esterno proprio in direzione del migliore scorcio delle cascate dell'Aniene.
Il ninfeo, datato all'età repubblicana, forse tra il 75 e il 50 a.C, è un ambiente rettangolare voltato largo m.9,60 e lungo m.8,30, realizzato in opera quasi reticolata.
La parete di fondo è occupata da un'abside di m.4,50 x 2,70
mentre la sala è divisa da due piccole navate larghe m.0,45.
L'abside si alza su un basamento di calcestruzzo rivestito
in pietra di m.0,35 ed era decorata da 18 riquadri in mosaico
rustico a superficie spugnosa racchiusi in cornici di conchiglie;
il suo pavimento era coperto di mosaico e all'esterno era
inquadrata da due semicolonne realizzate in mattoni. Simili
semicolonne inquadravano anche le 3 porte aperte sui muri
delle navatelle, ed il pavimento dell'ambiente era costituito
da lastre marmoree colorate di m.1,55, forse disposte a graticcio.
La struttura era aperta all'esterno, anche se attualmente l'ingresso è stato chiuso e rialzato di m. 4 per compensare l'innalzamento del terreno; non era dotata di vasche né servita da tubature, e non comunica con le cisterne laterali. Non può quindi essere un "ninfeo", cioè una specie di fontana o vasca ornamentale coperta: si tratta probabilmente di uno specus aestivus come citato da Seneca, una piccola grotta artificiale fresca e ventilata sul tipo di quelle realizzate secoli dopo nella vicina Villa d'Este.
Scarica gratuitamente le nostre audioguide o le guide tascabili.
Patrocinio Comune di Tivoli
Assessorato al Turismo