Piazza Garibaldi è la prima piazza che si incontra venendo dalla strada statale tiburtina ed entrando in Tivoli. Essa è dedicata all'eroe dei due Mondi che, caduta la Repubblica Romana, giunse nella nostra città il 3 luglio 1849 in fuga ricercato dai nemici (francesi, spagnoli, austriaci e borboni) fautori del ritorno del governo pontificio.
In realtà Garibaldi non entrò in città ma si limitò a riposarsi sotto un olmo (abbattuto nel 1936) per essere rimpiazzato con alcuni pini romani (l'unico superstite dei quali è quello che i tiburtini chiamano "l'Alberone" che fa oggi da spartitraffico). Sembra che si sia seduto su una vecchia macina di mulino (sepolta nei magazzini comunali e lì dimenticata).
A lui, Tivoli ha intitolato il giardino pubblico in cui è situato un busto riproducente le fattezze dell'eroe; sempre a lui fu intitolata una lapide commemorativa del suo passaggio che in primis fu messa in un piccolo giardino rettangolare, poi fu rimossa e istallata nel muro di cinta di una Villa prospiciente l'attuale giardino pubblico, infine fu incassata sulla parete (dove attualmente è) della chiesetta sconsacrata
ed un tempo dedicata alla Madonna dell'Ulivo.
Le tre monumentali fontane, che zampillano al centro della Piazza, sono invece frutto della ricostruzione postbellica dopo il 2° conflitto mondiale che causò tra l'altro la distruzione dei fabbricati situati al posto delle fontane attuali. La guerra con i suoi bombardamenti annientò anche il Convitto Nazionale Amedeo di Savoia, situato al termine della "panoramica" (da cui si gode un invidiabile panorama sulla pianura romana sottostante); oggi al suo posto è stato costruito un edificio moderno chiaramente occupato dal glorioso Convitto.
A Piazza Garibaldi lo sguardo del visitatore è attratto da un enorme, squadrato fabbricato con copertura a tetto. Esso è il cosiddetto "Stallone" per i tiburtini; in realtà era occupato dalle scuderie estensi della vicina Villa di Ippolito d'Este. Al suo lato la Piazza lascia il posto all'inizio della Via Aldo Moro, su cui troviamo i resti dell'anfiteatro di Bleso. Proprio quasi dove oggi è situato l'inizio della predetta via con Piazza Garibaldi un tempo era una porta delle mura di cinta, quella di S.Croce, abbattuta per ragioni di viabilità.
La Piazza, nella parte antistante il predetto Convitto, recentemente è stata completamente ristrutturata nella pavimentazione e illuminazione nonché con l'inserimento di una splendida opera monumentale: l'Arco dei Padri Costituenti. Si tratta di un Arco in bronzo e acciaio alto 7 metri, con un diametro di 14 e due basi triangolari con lati di 2 metri ciascuno.
La scultura, creata dal maestro Arnaldo Pomodoro su commissione del Comune di Tivoli, è stata realizzata nell'ambito dei lavori di riqualificazione ( cofinanziati dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio) di Piazza Garibaldi, via Boselli, piazza Trento e via Pacifici, le vie di accesso a Villa d'Este, uno dei due siti cittadini inseriti dall'Unesco nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Assottigliato alla sommità della sua nitida curva, l'Arco, situato a breve distanza da Villa d'Este, è in in sintonia con la storica architettura giacché si innalza dai due specchi d'acqua gemelli, realizzati proprio per ospitare le basi della scultura che muta del tutto la sua tradizionale valenza storica di ornamento trionfale, ponendosi piuttosto come segno di continuità territoriale tra l'anfiteatro di Bleso (a ridosso della vicina Rocca Pia) e Villa d'Este. L'opera è un raccordo immaginifico, nella complessiva potenza architettonica di Tivoli, e un fluido passaggio tra luoghi importanti. e Villa d'Este. L'inaugurazione della scultura è avvenuta il 2 giugno 2009.
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