Il nuovo Convitto nazionale tiburtino

In Cronaca della città di Tivoli dal giugno del 1846 al giugno del 1850 di F.P. nel Capitolo I da pag 14 a pag 16 sono riportate notizie inerenti la costruzione del nuovo Convitto tiburtino.
Pio IX nella sua visita a Tivoli il 14 ottobre 1846 fu positivamente colpito dall'incontro di quattro alunni del nuovo Convitto tiburtino. Proprio in quei giorni infatti il Convitto "fu aperto sotto il reggimento dei Padri della Compagnia di Gesù, per cura de' quali nello spazio di un anno all'incirca si compì l'edifìzio , ed ogni cosa di cui facesse mestieri in un luogo di publica educazione diligentemente si apparecchiò". All'inizio il Convitto ospitò solo trenta alunni ma apparve chiaro che poi avrebbe potuto ospitarne di più. Per costruirlo occorsero Sc. 7518. 61. 7, e di questi il Comune pagò, com' è noto, Sc. 3165. 95. oltre Sc. 334. 05. già pagati per la compera della casa , montando la sua contribuzione Sc. 3500. Si spiega così il perché Tivoli ottenesse il privilegio di far educare nel Convitto un ragazzo tiburtino "avendo grazia della spesa di Sc. 96. dovuti per ogni anno da' convittori, ovvero due avendo grazia della metà. Il qual peso fu giudicato convenirsi ai capitali assegnati per la fondazione del Convitto, della rendita annuale di Sc. 700". La Città ottenne inoltre che gratuitamente fossero anche educati un altro giovanissimo tiburtino scelto dalla Sacra Congregazione degli studi e un erede designato dal cav. Angelo Deangelis, pio istitutore.
La forte somma sborsata dal Comune provocò però forti ripensamenti tra i contribuenti una volta deliberato riflettendo che, senza aggravare la Città, l'opera del Convitto... agevol cosa sarebbe stata il compierla...pochi anni appresso colle rendite degli stessi capitali del Fondatore.


Convitto Nazionale prima dei bombardamenti

Anche i Gesuiti non furono certamente contenti quando scoprirono che "la stima di Sc. 3715. 72. 8. avutane dal Comune , montò poco meno del doppio, ed essi ne avevano il carico. Cosa certamente da non meravigliarne in cosi fatti lavori, ma molto meno in questo, pel disegno del quale l'architetto non potè che due o tre volte e di furto osservare la casa , perchè niuno di ciò ch'era per farsi punto non sospettasse. Dei quali modi la ragione fu questa , che coloro fra i cittadini, i quali davano opera allo stabilimento del Convitto per fine di pubblica utilità, ed insieme per non soffrire più a lungo la troppa molestia che loro dava il vederne amministrati per altrui mezzo i capitali , non si confidando pienamente del loro progetto , e temendo sempre di nuovi contrasti, giudicavano dover mettere ogni studio e destrezza in condurre segretissimamente le cose a tal punto da non poterne poi fallire il successo, siccome fu. Chè contro al disegno fattone altra volta in una maniera ben diversa, e ad eseguire molto difficile, si eran mosse per parte di chi altrimenti sentiva del Convitto, grandissime opposizioni; e tali, che la Città non avrebbe ottenuta nel 1843. 1'istituzione delle Scuole Cristiane, se ad affrettarla non fosse stato incitamento il volere piuttosto per questa pubblica opera che per quella spendere le rendite del Comune. Così era ne'sublimi consigli della Provvidenza, che gare cittadinesche in verità non lodevoli, fruttificassero a' Tiburtini il bene di due Istituti di pubblica educazione!".

Infatti in Notizie storiche antiquarie statistiche ed agronomiche intorno all'antichissima città di tivoli e suo territorio di Francesco Cavalier Bulgarini a pag 161 si legge che, mancando ai figli del popolo di Tivoli una pubblica istruzione, Monsignor Fabri, erede fiduciario della Contessa de Solms, ottenne l'istituzione nel 1835 di Scuole Cristiane elementari con due soli maestri, e propose al consiglio Municipale di dare l'assegno per un terzo maestro. Poiché mancarono i finanziamenti al Fabri, che sperava dagli eredi Solms. Queste due scuole erano quindi molto affollate essendo alto il numero dei fanciulli del popolo (quasi tutto dedito alle arti e traffico) per cui nel 1847 i buoni ed operosi Religiosi si impegnarono, se il Comune avesse dato l'assegno per il terzo maestro, non solo ad aprire la terza scuola di giorno, ma anche a fare due scuole notturne dietro una sovvenzione finalizzata a coprire le sole spese dei lumi e della carta. Tale progetto sarebbe stato molto appetibile per la popolazione tiburtina tenuto conto che in genere i giovani artisti non potevano frequentare le scuole diurne essendo occupati. Ma per il poco impegno e svogliatezza di chi in tal tempo dovea insistere pel pubblico bene, rimangono i cittadini sprovvisti di sì essenziale vantaggio, benché il consiglio municipale replicate volte abbia deliberato favorevolmente pel compimento dell'istituto.


Ingrandisce foto
Convitto Nazionale ricostruito dopo i bombardamenti

L'istruzione impartita dai religiosi consisteva: nell'insegnare la religione; fare imparare a memoria e spiegare la Dottrina Cristiana; insegnare a leggere e scrivere con bella grafia; far conti; fornire le nozioni elementari della grammatica italiana, di storia sacra e di geografia.
L'uno de' quali, cioè quello delle scuole Cristiane, s'avvisava il Comune di renderlo più profittevole ai figli del popolo nel 1846. con aggiungervi le scuole notturne, imitando l'esempio di altre Città, e rispondendo al desiderio manifestato dal Pontefice per mezzo del Segretario di Stato colla lettera Circolare del 24 Agosto , ond'erano esortati i Capi delle Provincie ad allargare in ogni luogo l'educazione civile c religiosa dell'infima classe del popolo. Ma questo intendimento non potè per allora esser messo in esecuzione soprattutto per le spese che sarebbero state necessarie dovendosi accrescere il numero de' Religiosi. A risparmiare le quali era chi pensava, che l'opera delle scuole notturne fosse da confidare molto degnamente allo zelo dei ministri della Chiesa, assegnato dal Comune il luogo, e fornito delle cose bisognevoli.

Con la presa di Roma nel 1870 Pio IX, ultimo Papa Re, perse del tutto il potere temporale essendosi frantumato ciò che restava dello Stato pontificio. Anche per il Convitto le cose cambiarono; infatti l' 8 settembre 1889 il Ministro Boselli sottopose alla firma del Re Umberto I il Regio Decreto 6422. Grazie ad esse il Ginnasio, la Scuola Tecnica ed il Convitto Comunale di Tivoli divennero Enti Governativi. Poco dopo, con Regio Decreto del 14 Gennaio 1890, il Convitto Nazionale di Tivoli fu dedicato, con annesse scuole statali, ad Amedeo di Savoia, duca d'Aosta. Questa istituzione ha permesso dall' Unità d'Italia che i ragazzi tiburtini frequentassero i licei e potessero quindi iscriversi poi agli atenei.
La nuova sede del Convitto dal lontano novembre del 1891 fu ubicata in quella che un tempo era chiamata Piazza Amedeo di Savoia (attuale Piazza Garibaldi) dove ancora si trova. Il Convitto nel tempo dovette superare e risolvere numerosi problemi economici collegati alla difficile gestione delle scuole annesse, ma riuscì a superarli iniziando con ottimi risultati la sua attività di formazione ed educazione dei giovani, riuscendosi a farsi una buona nomea nella Penisola tanto che ebbe la soddisfazione di essere scelto dalla ricca borghesia italiana come luogo ideale dove educare i propri figli. Ci fu un boom di iscrizioni soprattutto nell'anno scolastico 1942-1943 (in piena II guerra mondiale): ben centoventisette convittori e venticinque semiconvittori. L'incantesimo si ruppe quando le milizie tedesche occuparono il Convitto. Era il 13 settembre 1943. La prestigiosa sede divenne alloggiamento dell'aviazione quindi, dal gennaio del 1944, ospedale militare con una capienza di cinquecento posti letto.
Come se non bastasse il Convitto, pur essendo ospedale militare, fu interessato dai bombardamenti da parte degli Alleati del 26 maggio del 1944, dei giorni successivi, del 5 e 6 giugno. L'ala frontale dell'edificio, che si allineava con l'attuale via Pacifici, fu rasa al suolo. I bombardamenti lasciarono senza casa molti tiburtini che nel Giugno del 1944 occuparono gli ambienti integri del Convitto. Finita la guerra si tentò di ripristinare l'ala distrutta come era originariamente allo stato primitivo ma il progetto fu vanificato dal piano di ricostruzione di Tivoli che intendeva realizzare una grande piazza espropriando in parte l'area occupata dal Convitto. Fu così dato il via alla realizzazione di Piazza Garibaldi.

Nei dintorni

Approfondimenti

    Le guide di Tibursuperbum

    Con il patrocinio del Comune di Tivoli, Assessorato al Turismo

    Patrocinio Comune di Tivoli

    Assessorato al Turismo