Necropoli di San Cesareo: gli ori

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Di seguito in sintesi sono riportate le informazioni fornite dai relatori nell'incontro di Studio “La dama degli zaffiri ed altri ori” tenutosi il 6 dicembre 2014 presso il Museo Archeologico di Palestrina a cui era presente anche la redazione di Tibursuperbum. Oltre infatti allo splendido gioiello della tomba 11 di Colonna, è stata fatta un'ampia digressione sulla necropoli di Colle Noce presso San Cesareo, un territorio che continua a restituire testimonianze archeologiche di notevole interesse ovunque si scavi per costruire nuovi edifici. Dopo che in via della Resistenza è stata ritrovata la villa imperiale di Cesare Massenzio ( qui avrebbe appreso di essere stato acclamato Augusto (306 d.C.), ad un centinaio di metri, nel versante est di Colle Noci, è tornata alla luce una necropoli (successiva come realizzazione alla villa) con quasi 170 tombe ad inumazione e un tratto ben conservato e intatto della via Labicana con i solchi lasciati dalle ruote dei carri. Il cantiere, di duemila metri quadrati, è guidato dall’archeologa Maria Cristina Recco.


Gioelli

Le tombe, poco profonde e coperte con sassi, sono riunite in gruppi distinti per nuclei familiari e sono del tipo sono a cappuccina, a cassone in laterizio, semplici fosse terragne e a enchytrismos realizzate anche con materiali dellefasi medio-tardo imperiali della vicina villa di Massenzio, Si tratta quindi di sepolture quasi tutte modeste anche se qualcuna ha restituito qualche elemento di corredo e in qualche caso addirittura dei monili. Il sesso dei cadaveri è: 32 maschi, 56 indeterminati (a sub adukti, 17 bambini), il resto sono femmine. All'interno delle tombe gli inumati appaiono deposti su una barella o in una cassa (lo attestano la presenza di chiodi e grappe con tracce lignee). L'uso in molti casi del sudario è testimoniato dalla disposizione anatomica. Gli scheletri sono in decubito dorsale con deposizione primaria. In due casi gli arti superiori appaiono incrociati mentre gli inferiori sono distesi. In vari casi sotto la testa del defunto è stato trovato un coppo finalizzato a cuscino funerario mentre quelli in materiale deperibile si sono deteriorati. Le indagini condotte sui resti hanno appurato paleopatologie artrosiche con ipertrofia muscolare ed esiti di periostosi. Sembrerebbe esserci l’intenzione di musealizzare l’area.

Nel corso del predetto incontro di studio a Palestrina sono state proiettate anche immagini di alcuni gioielli rinvenuti nella suddetta necropoli ed ora esposti in una vetrina della sala mostre del Museo Archeologico di Palestrina, destinata all'esposizione permanente di gioielli e oggetti di ornamento di età imperiale. Splendida la coppia di orecchini in oro e smeraldi verdi (le pietre dei pendenti sono però in vetro verde. I Romani non facevano molto caso alla preziosità delle gemme ma all'insieme del gioiello).

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