Abbazia poi Chiesa di S.Maria delle Grazie in Monte Dominici

Il Monastero predetto era a quei tempi un'insigne abbazia con molti propri beni; dipendevano da essa tredici chiese di cui oggi non resta che il nome ed alcuni ruderi (per saperne di più si rimanda al testo citato nella bibliografia). Intorno all’abbazia risiedeva da molti anni prima una popolazione del posto che praticava l’agricoltura per sostentarsi e si era radunata intorno al monastero poiché l’Abate la proteggeva da eventuali attacchi; i primi centri rurali nacquero infatti proprio per questo scopo intorno alle Abbazie.
In origine si chiamò S.Maria in Monte Deonici; il Sebastiani ne colloca l’edificazione verso il IX o X sec. La costruzione é di proporzioni modeste ma armoniche; è cinta a sud e a ovest da un muro che costituiva la corte nella quale si seppellivano i morti e si fermavano i mendicanti a chiedere l’elemosina. Al centro di essa c’era una fontana nella quale i fedeli, prima di entrare in chiesa purificati si lavavano le mani e il viso. Attualmente la fontana non esiste più; rimane il pozzo.

Abbazia di S.Maria in Monte Dominici
Ingrandisce foto Abbazia di S.Maria in Monte Dominici

Vicino al tempio c’è un complesso di costruzioni medievali nei quali i monaci lavoravano secondo la regola alternando la preghiera al lavoro. Si entrava nel piazzale dalla porta di ponente ora chiusa; a sinistra c’è l’ingresso alla casa parrocchiale, al campanile e alla sacrestia nonché l’antica porta di accesso alla chiesa; bellissimo l’architrave e gli stipiti marmorei scolpiti.

Il campanile romanico ha forma quadrata, è in laterizi con archetti di bifore e trifore. L’interno della chiesa è ad una sola navata con copertura a tetto, sostenuta da capriate lignee, a due spioventi. L’attuale ingresso principale è posto ad oriente dove prima era l’abside in quanto nel Rinascimento l’orientazione della chiesa fu cambiata. Le pareti attualmente sono imbiancate ma al disotto sono stati ritrovati pitture dell’Antico e del Nuovo Testamento. Nel centro dell’arco trionfale campeggia il clipeo del Cristo tra angeli adoranti.
Nell’altra parete invece gli affreschi sono meglio conservati; in particolare si distingue una Madonna che benedice e davanti a Lei inginocchiati un vecchio ed un giovane entrambi con la testa cinta da un diadema. Essi sono presentati alla Madonna da un santo e da una santa.

Campanile romanico
Ingrandisce foto Campanile romanico

Tale affresco è stato così interpretato dal Colasanti: i due inginocchiati sarebbero feudatari del luogo, fondatori e benefattori della chiesa i quali sarebbero presentati alla Vergine dai loro santi tutelari. La Sovrintendenza alle Belle Arti ha dichiarato monumento nazionale questa chiesa.

L’altare principale è dedicato alla Madonna delle Grazie, inquadrato tra due finte colonne sostenenti il tradizionale triangolo nel quale DIO appare benedicente con la mano destra mentre nella mano sinistra porta il globo terrestre. Nella tavola la Madonna delle Grazie, dipinta in stile bizantino (per altri in stile romano), appare seduta; nella mano destra sorregge una croce scintillante di gemme mentre la sinistra è posta sulle gambette del Piccino quasi ad accarezzare il Bambin Gesù seduto sulle sue ginocchia. La figura della Vergine si staglia su un fondo dorato. I bordi della tunica e delle maniche della Vergine sono ricamati in oro. Bellissima è la corona posta sul Suo capo da cui scendono sulle spalle fili di perle. Molto più semplice il vestito del Bambino. La tavola è incastonata in una cornice dorata ed è databile al XII sec. E’ stata incoronata l’8 dicembre 1958 con una corona, donata dalla popolazione di Marcellina, d’allora Vescovo di Tivoli, Mons. L.Faveri.
In un’urna sotto l’altare della Crocifissione è conservato un vecchio tronco d’albero di noce, tarlato, sul quale il 10 giugno 1515 sarebbe apparsa la Vergine ad una donna di nome Giovanna per invitare il popolo peccatore di S.Polo dei Cavalieri a far penitenza. Il noce fiorì per miracolo con delle ginestre. Il 2 febbraio di ogni anno ancora oggi la popolazione di S.Polo si reca in processione alla Chiesa di Marcellina per venerare la Madonna della Noce o della Ginestra.
Passata poi sotto il patronato degli Orsini, dei Cesi, dei Borghese, la Chiesa di S.Maria in Monte Dominici venne nel 1804 eretta a parrocchia delle 73 famiglie residenti a quel tempo a Marcellina.

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