Ettore
Roesler Franz può essere considerato uno dei più
grandi rappresentanti della pittura realistica di fine Ottocento
e non un semplice "fotografo" e "cartolinaro"come
alcuni critici in passato hanno sostenuto. Il realismo dei
suoi acquarelli è inoltre (ma non solo) una documentazione
storica di scorci urbani ed extraurbani che stavano scomparendo
e venivano modificati.
Nacque l'11 Maggio 1845 a Roma da Luigi e Teresa Biondi. La
sua famiglia di origine tedesca dai lontani Sudeti era giunta
in Italia nel sec.XVIII e nella Città Eterna aveva
aperto l'Hotel d'Allemagne, situato in un punto importantissimo
della Roma di quel tempo ma ancora oggi particolarmente centrale,
essendo non molto distante da Piazza di Spagna e da Via Condotti.
Innumerevoli gli ospiti illustri dell'Allemagne: Stendhal,
Wagner, Goethe tanto per citare alcuni.
I Roesler Franz misero radici sempre più solide a Roma ed attraverso matrimoni con aristocratici locali divennero sempre più una famiglia in vista ed ammirata tanto che alcuni sonetti romaneschi del grande poeta Belli vi accennano. Chiaramente essendo così vicino a Piazza di Spagna il futuro pittore frequentò le Scuole cristiane di Trinità dei Monti. Nel 1863 il suo amico e coetaneo Ettore Ferrari, che con lui frequentava l'Accademia di San Luca, gli fece uno stupendo ritratto a pastello.
Molti anni più tardi, per la precisione cinque prima
della sua morte, il pittore torinese Balla lo ritrasse a Villa
d'Este; era il 1902. Questo ritratto ad olio fu così
perfetto che il suo autore fu ammesso per la prima volta alla
Biennale Internazionale d'Arte di Venezia (1903).
Il motto che guidò per tutta la vita Ettore Franz Roesler
fu "La sincerità fa l'artista grande"; il
pittore lo fece incidere sull'ingresso del suo nuovo studio
romano situato a Piazza San Claudio 96 (infatti fino al 1875
invece aveva lo studio in Via del Bufalo 133). Per riprodurre
nei minimi particolari ciò che desiderava dipingere
e quindi essere fedele alla massima che si era data, Ettore
si aggirava per le campagne, fra i reperti monumentali, fra
i vicoli e le piazze caratteristiche affollate da personaggi
locali tipici munito di macchina fotografica con la quale
immortalava paesaggi e figure onde ritrarli nei minimi dettagli.
Bellissimi sono i 120 acquarelli suddivisi in tre serie da 40 ciascuna su " Roma Sparita" che egli definiva come "Roma pittoresca/ memorie di un'era che passa". Essi rappresentano un'opera artistica di grande importanza ed anche una testimonianza storica permettendoci di conoscere gli angoli più tipici della città prima che fossero demoliti.
I suoi acquarelli furono esposti a Monaco di Baviera, a Berlino, a Parigi, a Londra, a San Pietroburgo, a Dresda, a Stoccarda ed ovunque la delicatezza dei colori, la perfetta riproduzione del vero nei minimi dettagli, la vita giornaliera popolaresca dei tanti vicoli, cortili, piazze, lavatoi da lui fissata nelle sue opere fecero sì che fosse conosciutissimo non solo in Italia ma anche all'estero anche perché viaggiò moltissimo facilitato in ciò dalla sua approfondita conoscenza delle lingue.
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