Suo allievo preferito fra gli altri fu Adolfo Scalpelli a cui, oltre ad altre disposizioni testamentarie rivolte ai propri eredi per favorirlo (come ad esempio l'acquisto annuale obbligatorio di sue opere) lasciò un lascito per permettergli di sostenersi all'inizio della sua carriera di pittore. Nei suoi acquarelli sono ritratti inoltre paesaggi inglesi, altri ritraggono campagne dell'Umbria, del Lazio, dell'Abruzzo; affascinanti quelli in cui sono riprodotti le paludi Pontine e gli stagni di Maccarese, splendidi quelli sull'Oasi di Ninfa, sui Colli Albani, sui pratoni del Monte Gennaro (parco dei Monti Lucretili), sulle querce ed acquedotti di S.Gregorio da Sassola.
Padroneggiò al massimo la tecnica dell'acquarello
a cui dedicò tutta la sua vita (realizzò
solo dieci oli ed altrettante tempere) e ricoprì
per diverse volte l'incarico di Presidente della Società
degli Acquerellisti di Roma.
La prima serie di "Roma sparita" fu comprata
nel maggio del 1908 dal Comune di Roma sotto il sindaco
Torlonia; nel 1908 anche gli altri 80 acquarelli furono
acquistati dal Comune di Roma che in tutto ne possiede
119 (in realtà tutti erano 120 ma uno è
stato smarrito nel 1966 a Colonia in occasione di una
mostra itinerante).
Tali acquarelli sono custoditi smembrati in due differenti Musei di Roma. Il Museo Centrale del Risorgimento al Vittoriano di Roma custodisce un acquarello di proprietà pubblica; il Comune di Tivoli è proprietario di quello precedentemente citato; due acquarelli sono della collezione d'arte della Banca di Roma-Capitalia; altri tre di quella del Gruppo Bancario Sanpaolo Imi-Banco di Napoli. Infine un suo acquarello si trova a Sidney nel Museo "Art gallery of New South Walesw" e altri due nel Museo inglese di Southampton.