Al secolo Giovanni Maria Battista Pellegrino Isidoro Mastai Ferretti, fu papa dal 1846 al 1878; dopo San Pietro spetta a lui il record del pontificato più lungo: 31 anni, 7 mesi e 23 giorni. Nacque a Senigallia il 13 maggio 1792 da una famiglia nobile. A Roma, ospite dal 1814 dello zio Paolino Mastai Ferretti, canonico di San Pietro, seguì gli studi di filosofia e di teologia nel Collegio Romano. Recatosi nel 1815 in pellegrinaggio a Loreto, guarì dagli attacchi epilettici e credette di essere stato miracolato.
Caduto Napoleone, stando al seguito di Pio VII frequentò l'Università romana. Il 5 gennaio 1817 prese gli ordini minori, divenendo sacerdote il 10 aprile 1819. Dal luglio 1823 al 1825 fu come diplomatico al Cile dove si prodigò per gli ammalati. Fu quindi nominato nel 1827 arcivescovo di Spoleto. Salvò la vita a Napoleone III che stava per essere fatto prigioniero dagli austriaci proprio a Spoleto. Riuscì ad ottenere fondi da Gregorio XVI per la città spoletina colpita dal terremoto del 1832. Per reprimere la Romagna in rivolta, fu nominato vescovo di Imola. Quindi nel 1840 ottenne il cardinalato. Morto il 1° giugno 1846 Gregorio XVI, il conclave vide l'assenza di molti cardinali stranieri, che per motivi di sicurezza dato i tempi critici, decisero di non partecipare al conclave. Soltanto 46 dei 62 cardinali furono presenti. Il 16 giugno, secondo giorno di conclave, fu eletto al soglio pontificio assumendo il nome di Pio IX in onore di Pio VII che lo aveva incoraggiato a divenire sacerdote. Fu incoronato il 21 giugno.
In Cronaca della città di Tivoli dal giugno del 1846 al giugno del 1850 di F.P. è riportato il plauso tiburtino per l'elezione di Pio IX e la cronaca della sua venuta a Tivoli. I Tiburtini accolsero la notizia dell'elezione di Pio IX con "bandiere, inni, Canti, musiche, luminarie, e quelle vivissime popolari dimostrazioni, di cui non si eran più vedute, nè si rivedranno le somiglianti". Erano inoltre contenti perché il neo pontefice aveva eletto due Tiburtini: Monsignor Francesco de' Conti Briganti e D. Pietro Paolo Trucchi dei Signori della Missione; destinando il primo alla Sede Vescovile di Loreto e Recanati ad agosto ed il secondo a quella di Anagni a settembre.
Come in altre parti dello Stato della Chiesa anche a Tivoli tutte queste manifestazioni di esultanza cominciarono a creare disordine in quanto bastava che si gridasse Viva Pio IX che i magistrati e la forza pubblica non potevano intervenire. Naturalmente c'era chi ne traeva profitto. Si diffuse poi la notizia di un'imminente visita papale. La popolazione si divise tra chi il 4 ottobre voleva festeggiare il perdono del 17 luglio (amnistia generale per i reati politici) con spari de' mortai, suoni de' musicali strumenti, illuminazioni, e altre cose sì fatte e chi invece intendeva risparmiare utilizzando la somma per accogliere degnamente il papa nell'imminente venuta a Tivoli.
Naturalmente i festeggiamenti del 4 ottobre furono fatti: nella mattina fu veduto molto popolo seguire a processione per la Città uno Stendardo Pontificio, e recatolo presso alla porta detta di S. Angelo, quivi presentarlo a benedire solennemente dal Vescovo, secondo l'invito che a lui ne avevano fatto.
Il 14 ottobre Pio IX giunse, come promesso, a Tivoli verso le nove con un gran seguito di persone provenienti sia da Roma che dai paesi limitrofi. Sebbene fosse stato detto dal Segretario di Stato di non spendere, i Tiburtini fecero di tutto per accoglierlo degnamente. Abbellirono con colonne e festoni di mirto, a cominciare dall'imbandierata Porta S. Croce, la strada del Collegio dei Nobili in cui era situato l'alloggio destinato ad essere occupato dall'illustre ospite... tutta la via interna per cui sarebbe Egli passato da quella porta al ponte Gregoriano, si offrivano allo sguardo ornamenti diversi, iscrizioni, e bandiere: e presso al detto ponte faceva bella mostra, di se una alta colonna eretta nel mezzo della piazza con sopra la statua della Pace, e quattro iscrizioni nella base.
Pio IX fu accolto dal Cardinal Massimo, prefetto dei lavori pubblici e protettore di Tivoli; dal Cavalier Bischi, che fece le veci dell'assente Presidente della provincia; dai magistrati del Comune Si diresse quindi nella chiesa di S. Maria Maggiore, dove lo aspettavano il Vescovo di Tivoli, l'Arcivescovo di Siena, il Vescovo di Anagni (Monsignor Presidente dell'Accademia Ecclesiastica), il P. Generale dell'ordine dei frati minori, il clero. Dopo aver adorato la SS. Eucaristia, si recò, rimanendovi circa un'ora al Collegio de' Nobili dove fu ricevuto e omaggiato dal P. Generale della Compagnia di Gesù, da molti dei suoi Religiosi e dai nobili Convittori.
Recandosi a visitare la grande opera dei cunicoli gregoriani, nell'atrio del Collegio fu piacevolmente accolto da venti adolescenti vestiti a leggiadrissime fogge di genii, recanti palme d'olivo e cestini pieni di petali di fiori, destinati ad essere sparsi sul percorso che il Papa avrebbe dovuto compiere dalla Chiesa di S. Francesco al Collegio, se, in caso di pioggia, la visita ai cunicoli fosse saltata. Uno sparo avvisò la cittadinanza dell'arrivo di Pio IX in prossimità del traforo dove ascoltò il resoconto del Cardinal Massimo. Dai dirupi, a destra della Porta S. Angelo, ammirò le sottostanti grotte di Nettuno e delle Sirene, il Ponte Lupo e l'orrido naturale.
Quindi, tornato al Convitto, ricevette nelle sue stanze: autorità, capi d'ordini religiosi, il Collegio dei Nobili e altri. Si compiacque di ricevere anche i quattro garzoncelli, primizie del nuovo Convitto Tibortino. Presenziò poi nella gran sala del Collegio a vari sperimenti di fisica (accompagnati da un sottofondo musicale) da due Nobili Convittori: il Conte Malatesta e il Cavaliere Zaccaleoni. Si sperimentarono gli effetti della nuova macchina idro-elettrica, e delle correnti magneto-elettriche.
Condivisero la tavola di Sua Santità: il Cardinal Massimo, i citati Prelati, i principi Romani Braschi, Massimo, Odescalchi, Santacroce, il Gonfaloniere e il Governatore della Città, il P. Generale de' Gesuiti, il P. Rettore del Convitto, i PP. Provinciali della Compagnia (Romano e Veneto), ed altri illustri Prelati e Signori. Lasciato poi il Collegio, Pio IX andò per Villa d'Este alle Ferriere dei signori Graziosi e Carlandi. Visitò le diverse officine: del maglio, del filatoio, del cilindro, della fusione, (e qui vide fusa di presente la sua arma colla maggior perfezione).
Terminata la visita fece ritorno a Roma commosso dall'accoglienza ricevuta dai Tiburtini.
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