Nel
'700 Tivoli era in recessione economica ed appare evidente
la connessione tra l'aggravio fiscale ed il crescente deficit
locale dovuto fra l'altro alle numerose opere pubbliche poste
in cantiere per far fronte alle ripetute piene dell'Aniene.
Anche in questo secolo la società si basava su tre
attività: agricoltura, industria e commercio. Molto
estesi erano gli oliveti
(secondo il catasto del 1739 erano piantati 103.045 ulivi)
mentre il terreno destinato ai cereali era quello necessario
a soddisfare la richiesta normale locale. Molti coltivatori
erano proprietari terrieri.
L'industria tiburtina era nata invece nel medioevo: nel 1305
esistevano organizzazioni di ferrari e calderai; nel 1522
si aggiunsero le università di fabbri, mugnai e falegnami;
nel 1650 si ebbero congregazioni di cementari,di boattieri,
di fornaciari ; nel 1725 si formò una compagnia
di polverari.
Il
commercio aveva il suo punto di forza sui frequenti scambi
con Roma e con i vicini Castelli romani. Per risparmiare
sui trasporti si pensò di ripristinare la navigabilità
sull'Aniene.
Nel biennio 1763-64 si registrò un decremento della
popolazione dovuto alla carestia ma, secondo il censimento
del 1782, la popolazione tiburtina risalì e raggiunse
le 5.897 anime;
il
dato mostra chiaramente come ad incrementare il numero dei
cittadini di Tivoli contribuì la fuga dalle campagne
e dai paesi vicini per la paura delle ricorrenti invasioni
ed il sapere che gli ospedali tiburtini erano all'avanguardia
nell'assistere la collettività. L'istruzione
era in mano ai Gesuiti che in questo secolo raggiunsero l'apice
del monopolio educativo; poi però in seguito alla "Dominus
ac Redemptor" del 1773 la Compagnia fu sciolta ed iniziò
la sua decadenza. Tivoli dava molta importanza all'istruzione:
alla Comunità erano affidati i livelli elementari (le
scuole "basse") mentre ai Gesuiti erano affidati
i livelli superiori. Nel 1759 si giunse a proporre la fondazione
di una Università da affidarsi sempre ai Gesuiti ma
la cosa restò sulla carta in seguito allo scioglimento
della Compagnia.
In questo secolo vennero edificati due Palazzi: Villa Greci
(utilizzata come luogo di villeggiatura dal Collegio Greco
di Roma) ed il Collegio dei Nobili in viale Cassiano per essere
utilizzato come residenza estiva dell'omonima istituzione
capitolina.
Accanto a questi edifici ne sorsero altri; ne ricordiamo solo
alcuni: quello dell'Accademia ecclesiastica in Via Domenico
Giuliani con l'annessa chiesa di S.Antonio; il palazzo Boschi
in piazza Palatina; quello Sabbi in via Mauro Macera.
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