L'olio extravergine d'oliva DOP "Terre tiburtine"

Sulla Gazzetta Ufficiale n.178 del 2 agosto 2005 è stato pubblicata dal Ministero delle Politiche agricole e forestali la proposta per il riconoscimento della nuova denominazione di origine protetta per l’olio laziale, insieme al disciplinare di produzione. La zona di produzione delle olive, destinate all'ottenimento dell'olio extra vergine di oliva a denominazione di origine protetta «Terre Tiburtine», comprende i territori dei comuni in provincia di Roma: Casape, Castel Madama, Castel S. Pietro (parte), Ciciliano, Cineto Romano, Licenza, Mandela, Pisoniano, Poli, Roccagiovine, Roma (parte - loc. S. Vittorino), S. Gregorio da Sassola, S. Polo (parte), Sambuci, Tivoli e Vicovaro. Il teritorio della dop per l’olio extravergine di oliva “Terre Tiburtine” si sviluppa per circa 16.500 ettari ; ben 3.500 sono utilizzati per l’olivicultura.
L’olio, che se ne ottiene, è un extravergine di colore giallo oro con sfumature verdi; “Terre Tiburtine” ha le seguenti caratteristiche organolettiche: un odore fruttato che si accompagna ad un sapore fruttato ma con un pizzico di piccante e di amarognolo.

Olio d'oliva
Ingrandisce foto Olio "Terre tiburtine"

Per ottenerlo si utilizzano le seguenti varietà di olive: Frantoio fino al 30%, Leccino fino al 25%, Rosciola almeno 5% , Rotonda di Tivoli almeno 5%. Le varietà Montanese, Carboncella, Brocanica, Pendolino, Itrana completano il restante 35% (presenti congiuntamente o disgiuntamente). “Terre Tiburtine” ha un’acidità %: inferiore o uguale a 0,6.

Questo prodotto ha rappresentato certamente fin da tempi remoti l'alimento essenziale delle popolazioni locali ed uno dei prodotti più abbondanti dell'agricoltura locale, tanto che all'epoca dei Romani era noto come Oleum Tiburtinum. Furono proprio quest'ultimi ad introdurre la coltivazione dell'olivo in tutta la zona ed il massimo sviluppo si è avuto nel secolo scorso quando, da stime catastali, risulta che fossero presenti 126 mila piante. Attualmente vi sono ancora olivi di oltre 400 anni situati per la maggior parte nella zona di Pomata e nelle zone che circondano la Villa imperiale di Adriano.

Pianta di ulivo
Ingrandisce foto Pianta di ulivo

La produzione dell’olio è in continuo aumento (sono stati superati i 200 mila quintali) ma ci si propone di fare sempre di più e senza dubbio ci si riuscirà proprio perché proprietarie di tali oliveti sono famiglie locali che curano particolarmente i piccoli appezzamenti da cui viene estratto quello che i Fenici chiamavano “l’oro liquido”.

Purtroppo il numero di questi splendidi esemplari si è notevolmente ridotto nel corso degli ultimi anni spesso a causa di incendi dolosi. Uno di questi ha distrutto il famoso "Albero Bello", uno degli esemplari di ulivo più grandi in Europa il cui tronco, formato da quattro grandi fusti che sembrano un tutt'uno, in venti secoli di vita aveva raggiunto la circonferenza di ben quattordici metri. Tutt'oggi la produzione dell'olio di oliva continua ad essere importante nell'economia tiburtina e numerosi sono i produttori, gran parte dei quali lo destina soltanto al consumo familiare. Nella carta topografica della Diocesi e degli Agri Tiburtini del 1739, presso l'Archivio di Stato di Roma, è riportata l'area geografica Tiburtina che comprende tutti i comuni indicati all'art. 3 del presente disciplinare di produzione. La produzione di oli, a cui la popolazione tiburtina è da sempre legata sia per tradizione che per economia, viene attuata nella fascia altimetrica compresa tra i 90 e i 500 m. sul livello del mare. L’ambiente pedoclimatico é caratterizzato da un suolo di origine prevalentemente prevulcanico roccioso, ciottoloso: il clima è asciutto d'estate e mite d'inverno mentre le precipitazioni medie annue sono di circa 1100 mm.

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