La cultura comunale tiburtina nel XV sec. si sgretolò in seguito all'agire di gruppi piuttosto ristretti di individui che non agivano più per il bene della collettività ma solo per i propri interessi familiari dipendenti sempre più dalle potenti famiglie aristocratiche romane. Alcuni tiburtini non nascondevano le simpatie per i Colonna (quando il papa Bonifacio VIII li aveva perseguitati Tivoli era stata scelta come luogo di confino dai Cardinali Giacomo e Pietro Colonna che erano i continuatori dell'ideologia ghibellina); ora a partire dal '400 per ragioni ancora ignote il consenso della città nei loro riguardi si rafforzò.
Per molto tempo a Roma i Colonna avevano combattuto contro i Caetani e gli Orsini, sostenitori del partito guelfo; anche a Tivoli ci fu questa spaccatura per cui chi sosteneva i ghibellini Colonna si raggruppava intorno alle famiglie Manni e Brigante-Colonna, chi invece era dalla parte dei guelfi Orsini si riuniva sotto la famiglia Ilperini. Nel 1400, accusati di aver congiurato contro Bonifacio IX, Giovanni e Nicola Colonna, signori di Palestrina, vennero qui assediati dalle truppe pontificie e in parte tiburtine ma poi ottennero il perdono papale.
Lo scisma d'Oriente comportò la simultanea elezione di tre papi: l'antipapa Giovanni XXIII (1410), il papa legittimo Gregorio XII, il papa di Avignone Benedetto XIII. Il primo, sostenuto all'inizio da Luigi II d'Angiò, aveva nel 1412 mutato politica schierandosi con il re di Napoli, Ladislao, che col pretesto di sostenere la causa del papa legittimo, marciava su Roma per conquistarla. Tivoli affrontò e mise in fuga le truppe di Ladislao nell'agro tiburtino. Essendoci stata una rivolta a Roma ed essendo Giovanni XXIII fuggito, Ladislao entrò a Roma e stabilì che Tivoli pagasse a lui i tributi dovuti ai Romani intimando inoltre di non far guerra senza il suo consenso.
Poiché la città rifiutò di marciare contro gli Orsini di Tagliacozzo, Ladislao la punì privando dei beni vari cittadini sostenitori degli Orsini e consentendo a Nicolò e Giovanni Colonna di occupare la fortezza di Ponte Lucano con i loro uomini e di commettere angherie sui viandanti. Marciando verso Bologna, poiché voleva assoggettare l'Emilia, Ladislao si ammalò e morì nel 1414 a Napoli dove era stato portato.
La
notizia della sua morte a Roma provocò una rivolta
mentre a Tivoli gli animi furono divisi. Dal senato romano
giunse l'ordine di restituire i beni espropriati, di recuperare
la fortezza di Ponte Lucano con il pagamento da parte delle
famiglie Brigante e Fornari di 500 fiorini.
In seguito al Concilio di Costanza (1415) Giovanni XXIII abdicò
e fu eletto papa, dopo una lunga sede vacante durante la quale
ci furono disordini, nel 1417 Martino V al secolo Oddone Colonna
per cui questa potente famiglia tornò in auge ottenendo
feudi anche nel regno di Napoli. Con l'elezione del suo successore,
Eugenio IV (1431), ricominciarono le lotte contro i Colonna
le cui ripercussioni si sentirono anche a Tivoli.
Scarica gratuitamente le nostre audioguide o le guide tascabili.
Patrocinio Comune di Tivoli
Assessorato al Turismo