Le prime diaconie tiburtine di cui si ha notizia furono quelle
di S.Maria della Rotonda (istallatasi nell'ex tempio
di Vesta), di S.Giorgio (nell'ex tempio
della Sibilla) e di S.Eugenia (in via Palatina oggi sparita).
Nel XII sec. fonti attendibili informano che le diaconie tiburtine
erano ancora in funzione.
In un documento del X sec. si parla di un ospedale di S.Pietro
in Nerone ma se ne ignora l'ubicazione. Nel 1300 presso le
porte d'ingresso della città sorsero ospedali-ospizi
pronti a far fronte alle epidemie del territorio circostante;
erano quattro e tra di essi quello dello Spirito Santo presso
Porta dei Prati che nel 1424 mutò il nome con quello
di S.Giovanni Evangelista
(ancora in funzione) avendone preso possesso l'omonima confraternita.
A questi punti di riferimento sanitario di "confine" si affiancarono lungo le quattro arterie urbane, che si dipartivano dalle porte d'ingresso della città, altri otto ospedali di contrada; quest'ultimi erano gestiti da Confraternite a scopo assistenziale e solo in caso di necessità si avvalevano di un medico locale mentre i quattro ospedali di frontiera erano gestiti da ordini ospedalieri (gli Antoniani, i S.Spirito ecc.) che fornivano prestazioni terapeutiche. Tuttavia si curavano qui solo i pellegrini poiché in genere i malati della popolazione tiburtina venivano curati e assistiti in casa propria tranne in casi di malattia contagiosa.
Le confraternite tiburtine avevano il centro direzionale presso una chiesa ove si riunivano per pregare e per prendere decisioni; possedevano beni mobili ed immobili i cui proventi erano impiegati per il culto, la carità e l'assistenza ai soci ed agli estranei bisognosi. Dopo il XVI sec. queste confraternite iniziarono a gestire Monti di Pietà, ad assistere carcerati e condannati a morte, ad elargire la dote alle ragazze povere da marito, a dare moniti frumentari. Le principali confraternite tiburtine sorsero fin dal x sec.: quella di S.Maria Maggiore, dell'Annunziata, di S.Giovanni Evangelista, del Rosario e di S.Maria del Ponte.