Tivoli, l'antica "Tibur Superbum", come la chiamò Virgilio, è situata sulle pendici dei Monti Tiburtini, modesti rilievi a est di Roma. Si eleva a circa 235 metri sul livello del mare e giace sopra un colle che s'inchina in dolce declivio tanto da meritarsi l'appellativo d'Orazio di "Tibur supinum". La posizione geografica concorre a rendere il colle tiburtino un punto obbligato di transito, un tempo l'unico, dalla campagna romana verso l'Appennino abruzzese e il mare Adriatico.
Il fiume Aniene, le cui sorgenti sono presso Trevi e Filettino, la bagna sul lato orientale. La città (circa 50000 abitanti) ha origini millenarie; poggia su sedimenti fluviali e perciò non è stata mai soggetta a violenti terremoti. Lo splendore del paesaggio, quasi un balcone sulla campagna romana, ne hanno accresciuto in ogni tempo la forza di richiamo.
La mitezza del clima tiburtino, fu decantata dai poeti Catullo, Orazio e Marziale, così pure l'aria salubre, e perciò gli antichi romani ricoprirono il suolo di Tivoli di magnifiche ville. Tuttora moderni scienziati e scrittori affermano che per la sua felice posizione, la città prevale in salubrità sugli altri dintorni di Roma, specialmente durante la stagione estiva. Sempre secondo lo storico Marziale, l'aria di Tivoli ha il potere di sbiancare la pelle e di ridare all'avorio il suo naturale splendore.
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