"Tivoli" di Sanford Robinson Gifford
Il pittore paesaggista statunitense Sanford Robinson Gifford (Greenfiwld, 10 luglio 1823 - New York, 29 agosto 1880) si può inquadrare nella corrente dell'Hudson River School, la più vivace scuola di paesaggio americana, il cui fondatore virtuale è senza dubbio Thomas Cole (1801-1848), del quale abbiamo già pubblicato il famoso dipinto "A View near Tivoli (aka Morning)", (Una veduta presso Tivoli, anche nota come Mattino) del 1832. Un continente vasto, vergine, pieno di vita e colori, come quello americano non poteva che ispirare, negli Stati Uniti della prima metà dell'Ottocento, una pittura essenzialmente di "paesaggio".
Le esperienze europee, nonostante i collegamenti relativamente più rapidi, furono sempre assimilate con ritardo: proprio il "paesaggio" quindi ci dà le opere migliori e piene di originalità. A differenza della cultura europea, che immortala e divinizza anche gli eroi contemporanei (ci viene subito in mente Jacques-Louis David, solo per restare alla pittura), la prima società americana, di origine e tradizione rurale, isolata spesso dal resto del continente, rifiutava la deificazione perfino degli stessi eroi della rivoluzione americana.
Allora è proprio la ricchezza della natura che invita l'artista americano a tuffarsi in essa, la "libertà" della natura ispira dunque le opere migliori. Non il romanticismo accademico dell'Europa, ma un sincero ed ammirato sguardo alle foreste, alle praterie, alle cascate, ai fiumi che rappresentano la varietà geografica del continente americano.
Tivoli
Entra in questo anche una buona componente del puritanesimo quacchero che sembra piuttosto un invito a sentirsi tutt'uno con la natura, piuttosto che affrontare una semplice rappresentazione, senz'anima, della natura stessa. Senso religioso della natura, oseremmo dire. Attraverso la pittura "metafisica" di un quadro ad olio, il proprietario dell'opera potrebbe vedere l'immagine di Dio, anzi il suo volto, e quasi sentire la sua voce attraverso le cascate dirompenti dalle montagne o intuire il senso del creato nel silenzio dei quadri delle foreste in mostra nelle case. La pittura, introducendo Dio nelle stanze viventi della terra ha quasi il compito ufficiale delle icone religiose. Icone come paesaggio dell'Eden biblico, piuttosto che arredare le pareti con scene statiche della promulgazione biblica.
Ma col romanticismo europeo non c'è soltanto la differenza accennata prima: manca nella pittura americana l'ampiezza fantastica, in quanto la raffigurazione, pur pervasa da profondo spirito religioso, è subordinata ad un'intenzione geograficamente descrittiva o a certe idealizzazioni di gusto ancora classicheggiante. Gifford passò l'infanzia ad Hudson e poi fu uno dei pochi artisti del diciannovesimo secolo a frequentare il college, studiò infatti dal 1842 al 1844 alla Brown University a Providence nello stato di Rhode Island.
Nel 1845, lasciò Providence per andare a studiare pittura a New York e studiò disegno, prospettiva e anatomia sotto la direzione dell'inglese John R. Smith, acquarellista e maestro di disegno. Si applicò anche allo studio della figura umana nel corso di anatomia del "Crosby Street Medical College" e prese inoltre lezioni alla National Academy of Design.
Dal 1847 si sentì sufficientemente preparato per esporre il suo primo paesaggio all'Accademia Nazionale che, nel 1851, lo accettò come associato, per poi dichiararlo Accademico nel 1854. Da quel momento in poi Gifford si dedicò interamente alla pittura del paesaggio, divenendo uno dei più raffinati e prestigiosi artisti dell'Hudson River School. Fece diversi viaggi in Europa, specialmente in Italia, per studiare l'arte del vecchio continente e per eseguire schizzi per futuri quadri: un viaggio dal 1855 al 1857, un altro nel 1859 e di nuovo dal 1868 al 1870.
Un crescente interesse per lo scenario occidentale portò alla sua esplorazione delle Montagne Rocciose nel 1870 con i compagni artisti Thomas Worthington Whitteridge (anche di quest'artista pubblicammo un'opera, "Villa d'Este") e John F. Kensett e spinse Gifford a fare un secondo viaggio a ovest nel 1874 dove fece diversi disegni lungo la costa dalla California all'Alaska. Gifford chiamò le sue migliori tele i "paesaggi principali" (chief landscapes). Molti di essi sono caratterizzati da atmosfere nebbiose e da una luce morbida e diffusa.
Fra queste opere possiamo naturalmente citare questa tela intitolata appunto "Tivoli", 67x128 cm, firmata in basso a destra: S. R. Gifford.1870 e sul retro: Tivoli/S.R.Gifford pinxit/1870, conservata nel Metropolitan Museum di New York, donata da Robert Gordon nel 1912. Tipica l'atmosfera della Hudson River School e del "luminismo" americano.
(maggio 2020)