"The Arch of Nero" di Sanford Robinson Gifford
Sanford Robinson Gifford (1823-1880) è stato un importante luminista della Hudson River School. Il termine luminismo fu coniato nel 1954 dallo storico dell'arte John I. H. Baur (1909-1987), direttore del Whitney Museum of American Art di New York per definire uno stile della pittura americana del XIX secolo caratterizzato dalla resa realistica di luce e atmosfera. Non diventò mai un movimento unificato, ma rimase piuttosto un tentativo di alcuni pittori statunitensi per comprendere i misteri della natura attraverso una resa precisa e dettagliata del paesaggio. Il Luminismo fiorì tra il 1850 e il 1875, ma se ne trovano esempi precedenti e successivi.
Alcuni artisti della Hudson River School, tra cui Gifford. John Frederick Kensett (1816-1872) e Albert Bierstadt (1830-1902) dipinsero opere che potrebbero essere considerate appunto esempi di Luminismo, laddove gli artisti si concentravano sulle sfumature di luce e atmosfera, un metodo che potrebbe essere stato mutuato dalle nuove e oggettive tecniche fotografiche. Gifford in verità iniziò la sua carriera come ritrattista, ma nel 1843 fu attratto dai paesaggi, iniziando con una serie di bozzetti dei monti Catskill e delle colline del Berkshire. D'altra parte un continente vasto, vergine, pieno di vita e colori, come quello americano non poteva che ispirare, negli Stati Uniti della prima metà dell'Ottocento, una pittura essenzialmente di "paesaggio".
Arco di Nerone
Le esperienze europee, nonostante i collegamenti relativamente più rapidi, furono sempre assimilate con ritardo: proprio il "paesaggio" quindi ci dà le opere migliori e piene di originalità. Gifford ammirava molto il lavoro di Thomas Cole (1801-1848), ma rifiutava i suoi eroici temi allegorici concentrandosi invece su effetti di luce sottili ma drammatici. Negli anni '50 dell'Ottocento viaggiò e studiò in tutta Europa, dipingendo con Albert Bierstadt in Italia e incontrando il grande critico d'arte John Ruskin. Fece poi un altro lungo viaggio attraverso l'Europa negli anni 1868-70. Questo dipinto intitolato "The Arch of Nero", cm. 114.5x102, firmato in basso a sinistra "S.R. Gifford 1871" e con la scritta sul retro della tela "The Arch of Nero/S R Gifford pinxit", raffigura naturalmente la zona degli Arci e questi artisti pensavano che quelle rovine fossero attribuibili all'imperatore romano Nerone, con una riflessione sulla caducità dei grandi imperi, non sorretti dall'uguaglianza e dalla fraternità.
Nel dipinto si possono quasi percepire la strada pietrosa, le trame di mattoni romani rossastri più scuri e più chiari e le pietre medievali grigie, e la densa foschia che oscura la distanza. Possiamo certamente affermare che qui viene idealizzato l'incontro di Gifford con l'archeologia e il colore locale, estetizzando la visuale come una vera e propria immagine per la contemplazione.
Particolare
Nel 1832 e nel 1846 lo stesso soggetto era stato dipinto da Thomas Cole visto dal lato opposto e anche lo stesso Gifford lo aveva dipinto nel 1868 sempre dal lato opposto.
Il Brooklyn Museum di New York conserva un taccuino di Gifford datato 1867-1868 (numero di accesso 17.141) e le pagine 70 e 71 mostrano studi di figure e dell'arco. Nella pagina di destra c'è uno schizzo all'interno di una "cornice" rigata che anticipa quasi esattamente questo dipinto del Walters Art Museum, dove è conservato dopo un lascito della signora Priscilla Ridgely Schaff nel 1982.
La stessa visuale fu ripresa pochi anni dopo, nel 1892 in un acquerello di Ettore Roesler Franz intitolato "Via Empolitana", ora in una collezione privata. Naturalmente il panorama della zona è stata soggetto ha un notevole cambiamento da quando il 22 dicembre 2018 è stato inaugurato il nuovo Ponte degli Arci, detto anche ponte degli Acquedotti, che ha permesso di congestionare il traffico della Via Empolitana, rendendo più agevoli i collegamenti verso gli Arci stessi, verso Castel Madama, il casello della A24, ed altri paesi come Ciciliano, Sambuci, Cerreto, Gerano, Pisoniano, S. Vito Romano e Genazzano.
(maggio 2023)