Nel 1839 prese parte per la prima volta all'annuale esposizione della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma; ed ebbe studio in quell'anno in via dell'Orto di Napoli 7. Nel 1846 inviò alla Royal Academy di Londra una Veduta del Palazzo dei Cesari, mentre l'anno successivo espose un non specificato Paesaggio nella stessa sede. Particolare interesse suscita il commento sull'arte di Dessoulavy contenuto nella prima edizione del 1843 del celebre Murray's Handbook dedicato all'Italia centrale: "Dessoulavy è uno dei rari esempi di paesaggista storico; i suoi grandi meriti sono ben noti agli amatori di questa superiore categoria artistica".
Del 1848 è l'ultima presenza di Dessoulavy alle mostre annuali della Royal Academy, con il dipinto Porta San Giovanni a Roma. Fece ritorno a Londra per brevi periodi nel 1849, 1852 e 1854: è probabile che in tali occasioni risalgano le due presenze alle mostre del British Institute. Nel 1856 Dessoulavy figura per la prima volta nell'elenco dei soci degli Amatori e Cultori.
Morì come detto nel 1869; il particolare della realizzazione della sua tomba ci viene riferito dal pittore Joseph Severn (1793-1879) in una lettera alla sorella Maria, l'8 marzo 1871: " [.] In questo momento sono occupato nella realizzazione della tomba di un caro amico, Thomas Dessoulavy, un paesaggista inglese, vissuto per 53 anni a Roma. Il Cimitero dei Protestanti è di bellezza straordinaria, non solo per i ritratti scolpiti sui monumenti, ma anche per l'abbondanza di fiori e alberi che lo rendono simile ad un giardino: si trova vicino all'antica piramide [di Caio Cestio]. La tomba di Keats è la prima che vi ho realizzato, e ora ce ne sono centinaia.. Ci vado spesso non solo in ricordo dei miei più cari amici, ma anche per vederne i ritratti sulle tombe. Finalmente è arrivata la primavera e le ville sono tappezzate di fiori, violette e anemoni.[.] "
In questa "Veduta del ponte dell'Acquoria a Tivoli", olio su tela, cm. 37 x 47, firmato e localizzato in basso a destra: Dessoulavy Roma, databile intorno al 1830/1840, viene rappresentata una prospettiva che compare in non molte opere di pittori antichi. Solo alcuni accenni in questa prima parte: sulla destra il diverticolo per il ponte dell'Acquoria, che scendeva poco prima del Tempio della Tosse (anch'esso visibile). In alto la città di Tivoli, con il punto più alto costituito dal campanile di S. Maria Maggiore (S. Francesco), la villa d'Este, il campanile della Cattedrale con i criptoportici di Piazza Domenico Tani, il santuario d'Ercole, all'epoca chiamato villa di Mecenate, le cascatelle, la chiesa di S. Antonio da Padova sui ruderi della cosiddetta villa di Orazio lungo la strada per Quintiliolo, in basso il ponte dell'Acquoria, con la caratteristica forma ad S, dal momento che è costituito da due ponti trasversalmente raccordati tra loro.
dicembre 2014