"Costumes a Tivoli" di Franz Kaisermann

a cura di Roberto Borgia

Nella VII edizione della "Biennale Internazionale di Antiquariato a Roma", che si è svolta dal 1 al 10 ottobre 2010, nei saloni del Piano Nobile di Palazzo Venezia che in passato furono sede dell'Ambasciata della Serenissima alla Corte dei Papi, si è registrato di fatto un notevole incremento degli espositori sia italiani sia esteri, così da indurre il Comitato organizzatore a richiedere un ampliamento degli spazi espositivi.; la Biennale infatti ha potuto godere delle sale dell'ala quattrocentesca di Palazzo Venezia, al piano terra, recentemente ristrutturate. Nella mostra erano esposti alcuni piacevoli acquarelli, da parte della Galleria Antiquaria A. Pallesi & C. di via Margutta, 54 a Roma, che a prima vista rimandavano al famosissimo Bartolomeo Pinelli (1781-1835), opera invece del suo maestro svizzero Franz Kaisermann o Keiserman, come egli amava firmarsi, (1765-1833), anche se il Pinelli, come vedremo, è da riconoscere come autore delle figure presenti negli stessi acquarelli.
Ricordiamo infatti che Bartolomeo Pinelli, nato a Roma, visse qui per dieci anni col padre scalpellino e plasticatore. Trascorse però interamente l'adolescenza a Bologna dove il padre si era trasferito per debiti e pur se la leggenda parla di un ritorno a Roma nel 1798 dettato per sfuggire ai ricatti amorosi di una donna è certo che il richiamo di Roma era come quello di una sirena per coloro che volessero affermarsi e farsi conoscere nelle arti. Rientrato perciò a Roma il Pinelli fece qualche lavoro per il "pentolaio" della casa in cui era nato e dipinse due composizioni ad affresco sulla facciata della Chiesa di S. Maria in Cappella, poco lontana ed appena restaurata (affreschi andati distrutti in un rifacimento di pochi anni posteriore).


Ingrandisce foto "Costumes a Tivoli"

Un nobile abate modenese, il Levizzari, lo ospitò nei primi mesi del soggiorno romano in cambio della sua attività di disegnatore. Non sappiamo di preciso quando terminò l'ospitalità del Levizzari, se prima o dopo l'avventura della repubblica romana del 1799, nella cui "legione", inviata per coadiuvare le truppe francesi nell'assedio di Civitavecchia, troviamo il nostro Bartoleomeo Pinelli, che però diserta rimanendo alla macchia per due mesi nella contigua maremma laziale. Visse poi per qualche tempo nel retrobottega di un caffè a Piazza di Sciarra sul Corso, facendo umili lavori per sostenersi, mentre studiava anatomia e frequentava l'Accademia del Nudo in Campidoglio.

Finalmente intorno al 1802 fu assunto per accompagnare nelle uscite in campagna ed animare di figure i suoi paesaggi dal benestante vedutista svizzero Franz Kaisermann, andando ad abitare presso di lui in Piazza di Spagna n. 31, a fianco del'Hotel de Londres dove rimase fino al 1808. Cinque paoli al giorno, equivalenti a mezzo scudo era la paga di Kaisermann per Pinelli, il quale al culmine della carriera rifiutò di trasferirsi a Londra dove pure gli era stata promessa la paga giornaliera di dieci scudi! Ma parliamo ora dell'autore, certamente da noi meno conosciuto dell'allievo! Kaisermann iniziò a disegnare in tenera età, studiando da giovane a Losanna.
Nel 1789 si reca a Roma per essere assistente dell'altro pittore svizzero Abrham-Louis-Rodolphe Ducros, che tra l'altro aveva frequentato il Collegio ad Yverdon, città natale di Kaisermann (quando si dicono le combinazioni!). Ma degli attriti sviluppatisi tra i due artisti svizzeri fecero sì che Kaisermann si trovasse povero e senza protettore. Fort unatamente divennero suoi protettori Maria Paolina Bonaparte in Borghese (1780-1825) ed il suo marito Don Camillo Filippo Ludovico Borghese (1775-1832) che gli commissionarono acquarelli dei siti romani più conosciuti. Consolidatasi la sua fama intorno ai primi anni del XIX secolo, le sue opere venivano vedute regolarmente a facoltosi turisti e clienti romani. Tanto da farsi aiutare, come abbiamo detto da disegnatori più giovani, come Bartolomeo Pinelli Proponiamo proprio uno di questi piacevolissimi acquarelli contenente il titolo in alto a sinistra "Costumes a Tivoli", e siglato in basso a detra "F.K.", cm. 27 x 43.

Di questa serie di disegni ne conosciamo uno "Fabriques pres de la grande Cascade a Tivoli", firmato e datato 1802, e proprio a questa data può essere fatto risalire quest'acquarello, al periodo cioè della collaborazione di Bartolomeo Pinelli con l'artista svizzero. Due sole parole su alcuni aspetti: innanzitutto il titolo in francese, che rimanda alla città natale Yverdon, svizzera, ma di lingua francese; poi il fatto che il francese era la lingua internazionale ed un titolo in questa lingua era più comprensibile e diremmo appetibile dai turisti esteri che recandosi a Roma volevano riportare un souvenir (altra tipica parola francese, divenuta internazionale!).
La nostra città viene ritratta nell'aspetto esteriore essenzialmente agricolo, anche se già non mancavano, agli inizi del secolo XIX, varie fabbriche ed opifici, grazie alla possibilità di sfruttare l'energia idraulica fornita dal fiume Aniene.

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