Nel 2000 il museo cambiò nome, per riflettere meglio la sua vocazione d'istituzione pubblica. L'anno successivo il museo venne riaperto in una sede ampliata al termine di tre anni di lavori di ammodernamento e ristrutturazione.
Ma ritorniamo al nucleo iniziale del museo da cui proviene questa "View of Tivoli". Nonostante il suo lavoro, Henry Walters nel 1902 trovò il tempo per trattare l'acquisto della collezione di Don Marcello Massarenti, un sacerdote italiano, composto di oltre mille e settecento opere d'arte. Fu un acquisto senza precedenti nella storia delle raccolte americane e quello che fornì a Walters il nucleo di un museo di arte europea dall'epoca etrusca fino al XVIII secolo. Anche se spesso appellato come arcivescovo o cardinale, don Marcello Massarenti (1817-1905) era un prete nato a Budrio, in provincia di Bologna. Aiutò, nel corso dei moti del 1848, il Papa Pio IX a fuggire dal Quirinale per rifugiarsi a Gaeta sotto la protezione del Re delle due Sicilie, meritandosi per questo l'eterna riconoscenza del Pontefice, fintanto da diventare il suo elemosiniere.
Proprio per la sua posizione viaggiò molto, accumulando una collezione di dipinti e antichità romane soprattutto negli anni successivi all'Unità d'Italia, quando la soppressione delle comunità monastiche e l'abolizione dei privilegi nobiliari immisero un gran numero di opere d'arte sul mercato, sia pubblicamente che privatamente.
Massarenti conservò la sua collezione in uno spazio, da lui preso in affitto, di Palazzo Accoramboni a Roma, da lui chiamato "Il museo", in un catalogo del 1897. Il Palazzo, in Piazza Rusticucci, fu demolito nel 1937, per fare spazio a via della Conciliazione, ma rimane una fontanella, ora situata nel giardino di S. Alessio, a ridosso del muro della Chiesa; l'acqua sgorgava dalla testa di un putto che è stata asportata, mentre la scritta esplicativa recita: Proveniente demolito Palazzo Accoramboni. Piazza Rusticucci - MCMXXXVII A XVIII.
Alla fine dell'800, don Massarenti, ormai in tarda età, tentò inutilmente di far acquistare la sua collezione dal Museo di Berlino, in modo che non venisse dispersa, cercò allora acquirenti negli Stati Uniti e come detto l'acquisizione di Henry Walters andò a buon fine. Il prezzo fu di cinque milioni di franchi francesi o meglio circa un milione di dollari. Il 16 luglio 1902 il cargo Minterne SS, partito da Civitavecchia, arrivò a New York con un carico di
275 casse, alcune di peso superiore a tre tonnellate. Occorre dire che l'acquisto della collezione, non destò scalpore nell'opinione pubblica italiana. Non ci fece certo una buona figura don Massarenti che nel corso della trattativa viene descritto come insignificante, ma scaltro e insinuante, che aveva accumulato ricchezze per dedicarsi alla sua passione per l'arte.
L'ottimistica attribuzione di molti dipinti a maestri famosi, con il passar del tempo, è stata rivista, ma non c'è dubbio che la collezione sia tra le più imponenti presenti nel continente americano.
(aprile 2012)