Una processione tradizionale tiburtina, rintracciabile però in molte altre città italiane ed estere, è quella che si svolge in occasione del Venerdì Santo. Il corteo penitenziale del Cristo morto sfila in notturna per le vie di Tivoli partendo dalla chiesa di S.Andrea, l’antica chiesa che alcuni vorrebbero fosse stata costruita sulle rovine del tempio pagano dedicato alla dea Diana. Sarebbe stata invece Santa Silvia della gens Anicia, madre di S.Gregorio Magno, a fondarla. La Santa, avuto in dote un “Palazzo”, lo donò al monastero romano di Sant’Andrea e Gregorio AD CLIVIUM SCAURI che poi lo convertirono in chiesa. Secondo la tradizione storica è la Ven.Arciconfraternita di Santa Maria del Ponte, S.Rocco e S.Lucia in Gonfalone di Tivoli ad organizzare questa rievocazione processionale tipica della Settimana Santa.
Quest’ultima confraternita, oggi appoggiata presso la chiesa di S.Andrea, un tempo era dislocata presso chiese ormai scomparse. La chiesa di S. Maria del Ponte infatti non esiste più in quanto essa sorgeva vicino il Ponte S.Rocco dove il fiume Aniene straripava causando infinite calamità: era ubicata sulla riva opposta a quella su cui si ergevano gli splendidi tempi di Vesta e della Sibilla.
Chi, venendo dall’Abruzzo (per gli antichi dal Sannio), varcava la cinta muraria tiburtina attraverso Porta Cornuta, doveva per forza imbattersi in questa chiesa che rappresentava l’edificio più avanzato della città posto in un luogo quanto mai unico e suggestivo non soltanto per la visione prospiciente dell’Acropoli ma soprattutto per il fatto di essere circondato dalle acque dell’Aniene e del suo canale “Stipa”.
L’unica cosa che si salvò fu l’affresco della Madonna del Ponte (sec.XV, vi è ritratta la Madonna con in braccio il Bambino) perché fu trasferito nella chiesa di S.Andrea dove è tuttora custodito nella navata sinistra dal 1875.
Accanto alla chiesa di S. Maria del Ponte sorgeva un ospedale (Hospitale de Domina de Ponte 1573); esso, insieme a quello di S.Giovanni, durante il Settecento era sottoposto agli stessi impegni e doveri dell’ospedale dell’Annunziata. Particolarmente toccanti erano le cerimonie che si svolgevano in questa chiesa e di cui si è conservato il ricordo; tra di esse particolarmente suggestiva era quella in cui si svolgeva l’assegnazione della dote ad una ragazza da marito che, essendo povera, non aveva la possibilità di accasarsi non avendo la dote.
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