La scelta della zitella da addotare era di pertinenza della locale confraternita (Confraternita del Ponte o di S.Rocco, la cui nascita risaliva al lontano 1388 essendo sorta presso la chiesa di S.Leonardo).
Chiusa quindi la parentesi sull’importanza storica dell’Arciconfraternita di S.Maria del Ponte, S.Rocco e S.Lucia in Gonfalone riprendiamo l’esposizione sulla processione del Venerdì Santo che essa ancora organizza. Questo importante momento del triduo pasquale, che vede la partecipazione del Vescovo S.E. Mons. Giovanni Paolo Benotto, insieme a quella cospicua del clero, dei fedeli e delle confraternite locali, è particolarmente sentito dai tiburtini i quali in un commosso silenzio seguono lo svolgersi del mesto e lento corteo che tocca le principali vie del centro storico.


Processione del Venerdì Santo

Suggestivi gli stendardi su cui sono riportate le ultime parole di Cristo morente; poi sfilano gli strumenti della tortura: il martello, le tenaglie, i chiodi, la croce, la corona di spine, la lancia, la spugna, la scala ecc. Bella la gigantesca Veronica, uno stendardo processionale, che si staglia alto sulle fila degli incappucciati che muniti di torce accese e di funerei lampioni avanzano lentamente mentre la banda musicale suona la marcia funebre.

Di grande fattura è la lignea Croce Processionale (conservata nella navata sinistra della chiesa di S.Andrea durante il resto dell’anno) sormontata da un aquila dorata con il collo e la testa flessi; tralci di vite con foglie e grappoli di uva anch’essi dorati ricoprono a spirale i bracci della croce alla cui confluenza c’è una grande raggiera similmente dorata. La scritta INRI su una lamina traversa anch’essa dorata si evidenzia al di sotto dell’aquila all’apice della croce.


Processione del Venerdì Santo

Decisamente meno preziosa e più moderna (anche se essendo illuminata al suo interno fa molta scena) è l’altra croce sulla cui superficie vitrea opaca sono disegnati tutti gli strumenti di tortura utilizzati per la passione di Cristo. Gli occhi dei fedeli sono tutti per il grande catafalco nero su cui è disteso il corpo del Cristo morto deposto dalla croce e circondato di fiori mentre un grande baldacchino nero con bordature dorate lo sovrasta.

Preceduta dalle consorelle dell’Addolorata avanza poi la statua della Vergine che, avvolta in un ampio mantello e con un fazzoletto bianco in mano per asciugarsi le lacrime, ha un grande pugnale che le trafigge il cuore (simbolo del grande dolore che prova per la morte del Figlio). L’Addolorata è issata su una macchina professionale semplicissima: alle sue spalle la croce ormai vuota ed ai suoi piedi un tappeto di fiori.

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