La
fiera di S.Giuseppe è
l'unica rimasta di una serie di Fiere
che si svolgevano a Tivoli ed attualmente, anche se sotto
molti aspetti è cambiata, richiama ancora molti visitatori.
La sua istituzione è relativamente recente.
Il 2 febbraio 1895, essendo Sindaco G.Battista Giannozzi,
il Consiglio Comunale di Tivoli deliberò di istituire
una fiera di merci e bestiame da tenersi nei giorni 19, 20
e 21 Marzo dedicandola a S.Giuseppe Artigiano. La zona prescelta
per il suo svolgimento fu l'area delimitata tra Porta S.Croce,
il Prato S.Giovanni ed i "Torrioni" che altro non
sono se non la Rocca Pia.
La motivazione, che portò alla decisione di indire
detta fiera, fu il fine di rilanciare l'economia tiburtina
richiamando numerosissimi visitatori. Lo scopo fu centrato
in pieno anche grazie al lavoro incessante di due commissioni
create appositamente per organizzare non solo la fiera ma
anche le iniziative ad essa collegate tra cui una lotteria.
L'estrazione dei numeri, effettuata a Villa d'Este il 19 marzo 1895, era collegata logicamente a molti premi messi in palio, per l'esattezza centoundici tra cui spiccava il primo, costituito da un orologio e da due candelabri di metallo, messi a disposizione dal Re d'Italia Umberto I. Al numero trentanove corrispondeva invece un'oleografia con cornice inviata dall'Imperatore di Germania. Due bottiglie di vino erano riservate al centoundicesimo premio.
Sempre per i giorni 19, 20 e 21 marzo di quell'anno il Cardinale Hohenlohe concesse lo svolgimento di una festa popolare da tenersi nella sua splendida dimora: Villa d'Este. Fu organizzato un torneo storico mimico-ginnico, acrobatico, somaresco in ricordo di quello fatto in occasione delle nozze tra Beatrice, figlia di Lorenzo Colonna, e Goffredo Orsini avvenute per suggellare la pace tra le due famiglie nobili rivali (1435). Né mancò una corsa di cavalli lungo la Via Romana; al primo premio furono assegnate L.100 e bandiera d'onore mentre al secondo L.30. Alle migliori esposizioni dei commercianti e dei partecipanti veniva infine assegnato un premio in denaro (nel 1932 non se ne farà più menzione). Per il giorno 20 tutti furono invitati a seguire le melodie del Concerto Comunale a Piazza Plebiscito illuminata dai bengala; il 21 il Concerto si ripetè a Piazza Rivarola, anch'essa rischiarata dai bengala.
La prima fiera si concluse con il lancio di palloni aerostatici
umoristici e con lo sparo di mortari sul Monte Catillo.
Da un manifesto del 1932, firmato dall'allora podestà,
Conte Brigante Colonna, si apprende tra le altre cose
che i giorni riservati alla fiera erano quelli del 19
e 20 marzo. Nel 1936 le autorità fasciste si opposero
al tentativo della Chiesa locale di far slittare alla
domenica la fiera se il 19 cadeva in un giorno infrasettimanale.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale chiaramente la fiera fu sospesa; nel 1949 essa venne di nuovo ripristinata sempre nei giorni 19 e 20 grazie al sindaco, dott. Ignazio Missoni. La fiera poi negli anni Settanta mutò alcune sue caratteristiche ( senza contare che da anni era limitata al solo 19 marzo): nel '73 fu trasferita nel centro storico creando scontenti da una parte e rallegramenti dall'altra tra i commercianti avvantaggiati o penalizzati dallo spostamento del luogo interessato alla fiera. Anche la presenza del bestiame si fece via via sempre meno consistente fino a quando nel 1987 sotto il sindaco A.Boratto venne vietata. Il Piazzale Saragat accolse il nuovo spostamento della fiera che nel 1994 tornò ad interessare la zona del centro storico. In occasione del centenario dell'istituzione fieristica, nel 1995 si ritornò alla primitiva suddivisione in settori delle merci.
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