Il corpo fu di nascosto portato dai cristiani ad Amiterno e sul luogo della sepoltura fu edificata una chiesa a lui intitolata.
Discordanti sono però le notizie su questo personaggio: presso l'Abbazia di Farfa alcuni documenti attestano che il santo così martirizzato non sarebbe stato non un vescovo ma un semplice confessore. Quindi l'anno del suo martirio sarebbe il 96 d.C. regnando Cocceio Nerva (dinastia senatoria o degli imperatori adottivi).
A confermare questa tesi é il fatto che il Vescovo Vittorino di Amiterno, non potè subire il martirio perchè esisteva nel suo tempo la libertà di culto concessa dall'imperatore Costantino con l'Editto di Milano del 313 d.C.
Nel piccolo paesino di San Vittorino Romano si trova una chiesa dedicata al Santo omonimo, situata all'interno del borgo e fatta restaurare dal cardinale Francesco Barberini. L'immagine del Santo giganteggia dietro l'altare sulla parete; fu realizzata nella prima metà del Seicento da un artista ignoto, forse non italiano A quest'immagine si rivolgevano le preghiere dei fedeli affinché li proteggesse dalle frequenti epidemie. Sembra che proprio grazie a Lui il borgo di San Vittorino non fu mai toccato da pestilenze.