Il periodo, in cui sia i castello che il paese conobbero il massimo splendore, fu senza dubbio sotto i Cesi, che misero mano a modificare la rocca chiudendo l'area quadrata delimitata dai quattro torrioni. Quando nel 1628 Federico II il Linceo sposò Isabella Salviati, venne decorato il salone nobile con l'albero genealogico dei Cesi e dei Salviati; per accedervi fu realizzata una sontuosa scala d'accesso a due rampe.
Il castello, perse così le caratteristiche di una rocca, grazie alle modifiche apportate (l'aumento del numero di stanze, lo spianamento della sommità del monte Patulo per migliorare l'accesso al maniero facilitato anche dalle modifiche e migliorie apportate alla vie che furono tutte selciate) divenendo un Palazzo signorile come attesta l'iscrizione situata sulla porta d'ingresso:
"FEDERICUS CAESIUS L(YNCAEUS). PRINCEPS S.ANGELI PRIMUS / NE PATULUS HIC LATI - SABINUS MONS / CIRCUMCIRCA LATE PATENS ET PROSPECTANS / EVERSA QUOQUE RUINIS ACIE NIMIS PATERET / EXCITATA ARCE ADSTRUCTISQUE MULTIPLICI CONCAMERATIONE AEDIFICIIS / INTIMA SIBI SUISQUE PENETRALIA ALIENIS INACCESSA CONCLUSIT / QUIBUS ET QUI QUOQUEVERSUMSUSCENDUNT CLIVI / QUAE QUOQUOVERSUM SUBSTERNUNTUR AEQUORA / LONGIUS LATIUSQUE VEL ETIAM
RECEPTIS PATERENT".
Nella volta del salone del piano nobile spiccano una serie di motivi decorativi vegetali che incorniciano gli stemmi delle varie famiglie nobili; sulla chiave di volta è invece posto lo stemma -incoronato e sostenuto da due putti- di Federico Cesi . Al di sotto di esso è riportata l'iscrizione:
"FEDERICUS CAESIUS L(YNCAEUS) ET ISABELLA SALVIATA CONIUGES PRINC(IPES) I S(ANCTI)ANGELI / PROGENITORES SUOS IN MEMORIAM AC MULTIPLICEM IMITATIONIS STIMULUM / SIBI PROGENITISQUE SUI USO IN POLHISTORICUM AULAEUM STEMMATA/ PROPOSUERUNT. A(NNO) SAL(UTIS) MDCXXVIII".
La data si riferisce alla decorazione del salone. Ai lati di questo stemma centrale ce ne sono altri due: in uno sono raffigurate le imprese araldiche dei Cesi (leone rampante) nell'altro (albero genealogico) è appesa l'insegna delle lince in onore di Federico il Linceo. Due file sovrapposte di stemmi si rincorrono lungo le pareti al di sotto della volta. Tutta la decorazione del salone è espressione della cultura romana tra la fine del XVI sec e gli inizi del XVII, che fa capo al Cavalier d'Arpino.