Il Castello Orsini-Cesi

In "I tre castra Sancti Angeli della diocesi tiburtina" in Amstsa LXI, 1988, J. Coste ci informa che nel XII sec. fu il senatore romano Giovanni Capocci a fondare sul monte Spatula il castrum in prossimità della chiesa di san Michele Arcangelo. Dal 1379, grazie alle nozze di Perna Capocci con Ugo Orsini divenne possesso della famiglia Orsini (i quali erano in perenne lotta con i Colonna , i Savelli signori di Palombara e gli Odescalchi). Dopo la morte dell'ultimo Orsini, Giordano di Napoleone, il castello passò alla Camera Apostolica che poi lo cedette ai Della Rovere. Nel 1548 Camillo Orsini lo rivendicò e circa dieci anni dopo lo diede in uso a Giulio de Matteis.
Alla fine del XVI secolo, 22 marzo 1594, Bartolomeo e Federico Cesi, rispettivamente zio e padre di Federico il Linceo (1585-1630), lo comprarono da Rodolfo Pio insieme al paesino di S. Angelo, per 30.000 scudi. Il papa Paolo V (al secolo Camillo Borghese) decise nel 1613 di nominare Federico Cesi il Linceo principe di S. Angelo e di San Polo dei Cavalieri.

Castello Orsini Cesi
Ingrandisce foto Castello Orsini Cesi

Dopo di lui tale titolo passò a Giovanni e quindi a Federico Angelo Pierdonato. Fu costui nel 1679 a venderlo a Giovanni Battista Borghese e da allora il castello iniziò il suo declino, divenendo un semplice granaio. Nel XIX sec. fu occupato dai garibaldini. I soldati tedeschi vi stanziarono durante il secondo conflitto mondiale. Dal 1989 è di proprietà del Comune e ospita il Museo preistorico e protostorico del Territorio Tiberino-Cornicolano.

Il periodo, in cui sia i castello che il paese conobbero il massimo splendore, fu senza dubbio sotto i Cesi, che misero mano a modificare la rocca chiudendo l'area quadrata delimitata dai quattro torrioni. Quando nel 1628 Federico II il Linceo sposò Isabella Salviati, venne decorato il salone nobile con l'albero genealogico dei Cesi e dei Salviati; per accedervi fu realizzata una sontuosa scala d'accesso a due rampe.
Il castello, perse così le caratteristiche di una rocca, grazie alle modifiche apportate (l'aumento del numero di stanze, lo spianamento della sommità del monte Patulo per migliorare l'accesso al maniero facilitato anche dalle modifiche e migliorie apportate alla vie che furono tutte selciate) divenendo un Palazzo signorile come attesta l'iscrizione situata sulla porta d'ingresso:
"FEDERICUS CAESIUS L(YNCAEUS). PRINCEPS S.ANGELI PRIMUS / NE PATULUS HIC LATI - SABINUS MONS / CIRCUMCIRCA LATE PATENS ET PROSPECTANS / EVERSA QUOQUE RUINIS ACIE NIMIS PATERET / EXCITATA ARCE ADSTRUCTISQUE MULTIPLICI CONCAMERATIONE AEDIFICIIS / INTIMA SIBI SUISQUE PENETRALIA ALIENIS INACCESSA CONCLUSIT / QUIBUS ET QUI QUOQUEVERSUMSUSCENDUNT CLIVI / QUAE QUOQUOVERSUM SUBSTERNUNTUR AEQUORA / LONGIUS LATIUSQUE VEL ETIAM
RECEPTIS PATERENT".

Castello Orsini Cesi
Ingrandisce foto Castello Orsini Cesi

Nella volta del salone del piano nobile spiccano una serie di motivi decorativi vegetali che incorniciano gli stemmi delle varie famiglie nobili; sulla chiave di volta è invece posto lo stemma -incoronato e sostenuto da due putti- di Federico Cesi . Al di sotto di esso è riportata l'iscrizione:
"FEDERICUS CAESIUS L(YNCAEUS) ET ISABELLA SALVIATA CONIUGES PRINC(IPES) I S(ANCTI)ANGELI / PROGENITORES SUOS IN MEMORIAM AC MULTIPLICEM IMITATIONIS STIMULUM / SIBI PROGENITISQUE SUI USO IN POLHISTORICUM AULAEUM STEMMATA/ PROPOSUERUNT. A(NNO) SAL(UTIS) MDCXXVIII".

La data si riferisce alla decorazione del salone. Ai lati di questo stemma centrale ce ne sono altri due: in uno sono raffigurate le imprese araldiche dei Cesi (leone rampante) nell'altro (albero genealogico) è appesa l'insegna delle lince in onore di Federico il Linceo. Due file sovrapposte di stemmi si rincorrono lungo le pareti al di sotto della volta. Tutta la decorazione del salone è espressione della cultura romana tra la fine del XVI sec e gli inizi del XVII, che fa capo al Cavalier d'Arpino.

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