Tra queste colpì lo scultore una in particolare a cui chiese se voleva posare per lui. Arrivata allo studio di Jean Baptiste con un cesto di frutta, la ragazza si presentò: era Barbara Pasquarelli, una sedicenne bellissima di Palombara, che l’artista chiamò Palombella e di cui perdutamente si innamorò giorno per giorno mentre posava per lui. Il busto scolpito riproducente Palombella spedito alla “Città della Luce”provocò un grande plauso al “Salon”. Jean Baptiste aveva progettato di sposarla al termine della sua frequenza all’Accademia (tra cinque anni) ma si sa a volte “si fanno i conti senza l’oste”; in questo caso l’oste fu la madre della ragazza la quale non intendeva aspettare e voleva far sposare la figlia ad un abruzzese, non molto giovane ma con i soldi, il quale insieme ad altri veniva a Palombara per far legna.
A costoro la madre di Palombella affittava i giacigli. Lo scultore doveva scegliere se abbandonare l’Accademia e sposare subito Palombella oppure continuare a studiare ed a scolpire tanto più che stava realizzando un gruppo scultoreo molto interessante: Il Conte Ugolino. Posto davanti a questo bivio , l’artista scelse l’arte. Palombella capì la scelta del suo uomo poi, percossa e costretta dalla madre, sposò Bernardino Palmieri, l’aquilano con i soldi rivelatosi poi un vero tormento per Palombella che percuoteva per gelosia.
Lo scultore si gettò nel suo lavoro giorno e notte senza dimenticare il suo amore, che minato dalla tisi non aveva molto da vivere. Un giorno del dicembre 1861 un pastore recapitò un biglietto allo scultore; in esso Palombella lo pregava di andare a casa sua essendo molto malata. Palombella gli aprì febbricitante e gli rivelò che aveva partorito pochi giorni prima; stava per morire e lo pregò di prendersi cura del piccino. Morì il giorno seguente a 19 anni; fu sepolta nel piccolo cimitero di S.Maria del Gonfalone. L’artista malgrado tutti gli onori che ebbe (Napoleone III lo onorò particolarmente) non dimenticò Palombella che continuò ad ispirarlo. Alle Tulieries è suo il viso “della Francia imperiale” così come è sempre suo il viso dell’”Estate” situato nel Museo di Valenciennes. Jean Baptiste inviava denari per porre fiori sulla tomba della sua amata. L’ultima sua lettera, datata 27 marzo del 1874, prova ancora una volta il suo amore per la fanciulla a cui egli ormai prossimo alla morte si augura di ricongiungersi.