La prima notizia che si ha della chiesa è contenuta nella Visita pastorale del 1343 in cui si cita una chiesa costruita “extra portam” (fuori la porta).
La sua fondazione risale al XIV sec.ed è di tipologia francescana. Ha una sola navata, con due cappelle laterali; bello l’arco oltre il quale è situato l’altare su cui troneggia il bel quadro dell’Annunciazione.
Successivamente il sacro edificio è stato rielaborato con interventi abbastanza massicci durante il Cinquecento e per la precisione nel 1570 dalla confraternita del Gonfalone. Nel 1770 la facciata fu ristrutturata secondo i canoni del Barocco.
Da ammirare all’interno la tempera su tavola situata nella parete d’altare raffigurante l’Annunciazione e Dio Benedicente, opera che i critici fanno risalire alla bottega di Antoniazzo Romano.
San Biagio è il Patrono della città, festeggiato il 3 febbraio con il tradizionale sorteggio delle statuine del Santo e la benedizione delle gole dei fedeli.
La costruzione, ubicata presso la Porta Nuova, risale addirittura a prima del X secolo. E’ quindi la chiesa più vecchia di Palombara anche se le varie ristrutturazioni non lo lascino capire.
Fu ricostruita dall’Arciprete don Giovanni incaricato dal Conte Ottaviano di Palombara intorno al 1101; poi furono fatti altre ristrutturazioni tra cui quelle volute da Onorio III (essendo un membro della famiglia Savelli) nel XIII sec., altre compiute nel XVII sec. ed infine le ultime realizzate nel 1854 per volere di Pio IX. Nel corso di recenti lavori è stata riportata alla luce una cella benedettina risalente al VI sec.
Nella chiesa si conserva una tempera sempre su tavola, situata nella Cappella del SS. Salvatore, in cui è raffigurato il Redentore. Tale lavoro è databile al XIV sec. La chiesa accoglie anche un'altra pregevole opera: una Madonna col Bambino, detta anche Madonna della Neve, di Antonio da Viterbo.
La chiesa è a tre navate; la centrale naturalmente ha il suo epilogo nell’abside in cui, rialzato su vari gradini, troneggia l’altare maggiore. La citata Madonna della Neve è custodita proprio nell’abside. Spettacolare è l’affresco del Casnedi, “La gloria di San Biagio”, che abbellisce la volta absidale realizzato nel 1856. Il pittore era un direttore dell’Accademia di Brera. Francesco Leopardi invece ha dipinto gli affreschi della volta della navata centrale.
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