La lotta con Tivoli: il conflitto della Gabella del Passo

Il pontefice Leone X, volendo promuovere l’antica fortezza (con annesso borgo) di Castel S.Angelo ad insediamento in cui l’agricoltura stava divenendo molto importante per l’approvvigionamento di Roma, decise di esonerarlo (poteva farlo essendo suo feudo) dal pagamento di qualsiasi gabella e pedaggio che finora gravavano sul trasporto del grano, della biada, del vino e di ogni altro genere di “grasce” destinate alla Città Eterna. Così scoppiò il conflitto con i Tiburtini in merito alla cosiddetta Gabella del Passo che durò circa ventisei anni. La decisione pontificia non piacque affatto a Tivoli, che a quel tempo costituiva il principale centro del territorio sottoposto alla diretta giurisdizione dello Stato Ecclesiastico ed era passaggio obbligato per gli abitanti di Castel S.Angelo i quali, dovendo recarsi a Roma, non potevano non transitare per le aree tiburtine. Nella Contrada Arci (territorio tiburtino) resta ancora la porta ove, prima di oltrepassarla, in tempi remoti, occorreva pagare ai Tiburtini la citata gabella del passo sulle merci e sulle persone che entravano nel territorio di Tivoli.

Interno del Castello
Ingrandisce foto Interno del Castello

Si tratta della Porta Adriana, costruita da papa Adriano I (772-795), sotto i piloni dell’acquedotto dell’Anio Novus. Tale porta, che prima aveva funzione difensiva, divenne poi daziaria. Successivamente il feudo passò al cardinale Ippolito (erede legittimo), quindi al duca Alessandro de’ Medici.

Morto quest’ultimo, assassinato nel 1537 dal cugino Lorenzino, fu la sua vedova, Maria Margherita d’Austria, figlia illeggittima dell’imperatore Carlo V, ad entrarne in possesso ed a governarlo avviando tutta una serie di trasformazioni finalizzate a rafforzare la fortificazione allargando la cinta muraria. Tale nobildonna fu una dei personaggi politici più importanti del XVI sec. Per ragioni politiche (Carlo V ed il pontefice volevano stringere il loro rapporto) in seconde nozze sposò nel 1538 Ottavio Farnese, nipote di papa Paolo III Farnese, portandole in dote fra l’altro anche il feudo di Castel S.Angelo, che proprio a causa di essere governato da lei, aveva mutato il suo nome venendo citato prima come Castello “di Madama” ed in seguito per contrazione Castel Madama.

Centro storico
Ingrandisce foto Centro storico

Essendo quindi salito sul soglio pontificio un Farnese, Paolo III ed avendo i Medici perduto influenza (con la morte del card. Ippolito) presso la corte papale, il privilegio di esenzione dalla gabelle e dai pedaggi, promosso da Leone X a favore di Castel Madama, fu ritirato salvo periodi alterni in cui fu restituito.

Questa continua altalena di concedere e di ritirare l’esenzione fece sì che i rapporti tra Tivoli e Castel Madama si inasprissero poiché la prima pretendeva il pagamento del pedaggio transitando nel suo territorio e la seconda invocava l’esenzione.

Alla fine gli abitanti di Castel Madama tentarono di deviare la strada per non pagare la gabella, mentre i Tiburtini per ostacolarli costruirono nuovi muri e un’altra porta che immetteva al passaggio obbligato del loro castello.

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