Stupendo esempio di edificio cinquecentesco, il Palazzo ingloba degli ambienti, situati al primo piano, che secondo degli esperti sono addirittura databili al XIV/XV sec. (testimonianza ne sono la "legnatura" ed una piccola porta realizzata in pietra con mensola). Esternamente la costruzione appare massiccia, elegante secondo i dettami architettonici del XVI sec. La facciata, in opera incerta utilizzante della pietra calcarea bianca, trova la sua imponenza nella grande scalinata che permette di raggiungere il grande portale bugnato affiancato da due finestroni rettangolari per lato.
Palazzo Barberini
Due i marcapiano ravvicinati tra loro: il primo, corre sotto l'unico balcone aggettante sul predetto portale, mentre l'altro si snoda sotto i davanzali delle finestre del piano nobile (quattro in tutto più una portafinestra che dà sul balcone).
Belle le riquadrature e gli architravi che delimitano dette aperture. In alto sotto la copertura a tetto spiovente, all' ultimo piano si aprono nella facciata cinque piccole finestre. Da notare la bugnatura degli spigoli laterali. Se abbastanza ben conservato secondo i dettami originali è l'esterno, non altrettanto può dirsi dell'interno che ha subito ripetuti rimaneggiamenti e modifiche nel corso dei tempi.
Ad un attento esame è apparso chiaro che detto Palazzo, in cui si narra sia nato il cardinale Domenico Capranica, fu edificato, inglobando i predetti ambienti medievali, in due diversi tempi compresi nell'arco di un quarantennio.
Sottopasso al Palazzo Barberini
Giuliano II Capranica avrebbe dato inizio ai lavori della prima fase (vedi ad esempio le cinquecentesche finestre), mentre Angelo Capranica avrebbe provveduto a completare la seconda fase di edificazione finalizzata ad armonizzare il tutto, a sopraelevare l'edificio dotandolo dell'ultimo piano in cui si aprono le piccole predette finestre, a realizzare un ampio salone ed un importante scalone interno, ad ornare la facciata con le predette bugnature sia del portale che degli spigoli laterali.
I Capranica, feudatari del posto, non poterono però risiedere qui a lungo in quanto nel 1654 il feudo fu venduto dall'indebitato Luigi Capranica a Carlo Barberini. Quest'ultima nobile famiglia se ne disfece verso la fine del XIX sec. dandolo in enfiteusi al Comune di Capranica. L'enfiteusi consiste nel diritto di godere un fondo altrui per almeno vent'anni, con l'obbligo di apportarvi migliorie e di corrispondere periodicamente un canone in denaro o in natura. Infine il Comune lo acquistò.