Scendendo
con l'occhio verso il declivo del colle si staglia il poderoso
resto del santuario
di Ercole Vincitore e sullo sfondo si intravede parte
della pianura romana. Sporgendosi dal davanzale della piazzola
si ammira il fondovalle: oggi coltivato a vigneti del famoso
pizzutello, una
valle caratterizzata da dirupi ed orridi di una bellezza particolare.
La Valle dell'Aniene ha sempre richiamato visitatori dal Seicento
a tutto il XIX secolo attirati dalle sue bellezze naturali
e dagli scenari mozzafiato dei suoi baratri; Goethe ma anche
molti pittori l'hanno descritta e ritratta nelle proprie opere
consegnandoci lavori di estrema originalità e di grande
spessore artistico trovando in questi luoghi condensati tutti
i canoni della cultura classica per i resti di rovine antiche.
La valle dell'Inferno non è altro che un baratro di 100 m. e più in cui cascata e cascatelle precipitano dopo un salto più o meno alto (spettacolare quello compiuto dalla cascata artificiale). Qui nella profondità del suo fondo si cela la grotta Polesini dove l'uomo preistorico del paleolitico aveva trovato il suo insediamento mentre più in alto, lungo i suoi fianchi, erano state costruite ville altorepubblicane e imperiali
(di Orazio, di Cinzia, di Manlio Volpisco, di Quintilio Varo ecc.) e ancor più su, sul punto in cui inizia il precipizio, erano stati eretti i templi dell'acropoli (di Vesta e della Sibilla). Né è da passare sotto silenzio che ancora qui trovarono ubicazione luoghi mistici particolarmente adatti alla meditazione ed al ritiro spirituale contemplando la bellezza del creato quali il Convento di S.Antonio da Padova, sorto quasi sulle rovine della villa di Orazio, ed il santuario di Quintiliolo, prossimo ai resti della Villa di Quintilio Varo.