Anticamente il corso dell'Aniene costituiva una via di comunicazione per i commerci che dal Sannio (Abbruzzo) giungeva a Roma attraverso Tibur. Lungo il corso fluviale si snodava l'antica via Tiburtina che sulla sponda destra costeggiava il fiume mentre un porto fluviale era situato a Ponte Lucano da dove il fiume iniziava ad essere navigabile.


Ingrandisce foto Vista della grande cascata

Nei due punti dove il fiume poteva essere guadato, Acquoria e Ponte Lucano, c'erano due itinerari diretti uno a Preneste (Palestrina), Gabii e a Corcolle e l'altro all'antica Nomentum, essi furono migliorati e pavimentati in epoca romana e corredati da altre vie di minore importanza ma necessarie per raggiungere le ville patrizie costruite nella Valle dell'Inferno e nel resto dell'antica Tibur posta in posizione geografica migliore rispetto alla vicina Roma.

Non è ancora da passare sotto silenzio che proprio qui sul fianco del Vallone si ergeva il santuario di Ercole Vincitore (quarto polo di attrazione turistica in futuro per Tivoli) divinità patrona dei tratturi e del commercio.
Accanto al punto in cui il fiume poteva essere guadato, località Acquoria, essendoci una sorgente chiamata Aurea, prese origine la venerazione per la divinità legata al culto delle acque mentre più a monte il secondo guado posto in prossimità della cascata artificiale aveva causato l'insediamento della città di Tibur e qui la Sibilla tiburtina tra gli antri selvaggi della zona dava i suoi responsi ed oracoli.
Con il passar del tempo il Vallone cominciò a decadere: Totila, re dei goti, nel 547 fece distruggere una parte del Ponte Lucano essendo in lotta con i Bizantini.

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