Qui divenne membro della Schildersbent (clan dei pittori). Era questa un'associazione di pittori (in primis olandesi e fiamminghi) che operò dal 1620 al 1720 a Roma. Vi si svolgevano rituali bacchici; era previsto un rituale di iniziazione a cui doveva sottoporsi ogni nuovo adepto. I suoi soci, opponendosi all' Accademia di San Luca, si definivano Bentvueghels (simili) e sceglievano ognuno un soprannome con cui farsi chiamare. Il clan forniva un luogo d'incontro per i membri e in caso di necessità (malattia ecc.) elargiva un aiuto finanziario. Non c'era però alcun statuto o programma determinati; nelle riunioni si parlava in lingua olandese. Nel clan i tedeschi erano ben accetti, mentre in teoria artisti di altre nazioni erano esclusi. In genere la maggior parte dei Bentvueghels, (come anche gli artisti stranieri) abitava a Roma nei quartieri situati in prossimità del Monte Pincio e nei dintorni di Piazza di Spagna. Per far fronte alle spese, essi spesso coabitavano. La maggior parte di loro era protestante, per cui vedeva come nemici i poteri imperiale e papale e quindi difendeva sempre strenuamente i propri diritti e la propria libertà.
Quadro di Rosa da Tivoli
La Schildersbent, polemizzando con l'Accademia, fece suoi i principi artistici contrari a quelli promossi dalle organizzazioni ufficiali di pittori( ad esempio non volle pagare la tassa per il diritto d'esercitare il mestiere d'artista per cui i Bentvueghels si misero a vendere le loro opere per strada). Iniziò insomma un braccio di forza tra il potere pontificio e la Schildersbent che alla fine fu sciolta nel 1720. Quanto ai suoi adepti in più occasioni furono accusati e giudicati per violenza e dissolutezza nonché per schiamazzi notturni.
Rosa da Tivoli, scelse per sè il soprannome di Mercurius, (come questo dio era velocissimo nel portare i messaggi di Zeus così lui era altrettanto alacre nell' eseguire i suoi dipinti). Spesso trovandosi a corto di denaro, dipingeva uno o due quadri che faceva vendere al suo domestico ad un qualsiasi prezzo per poter pagare il conto della locanda. I suoi biografi affermano infatti che conduceva un'esistenza alquanto sregolata. Proprio la necessità di procurarsi continuamente denaro, condizionò ad un certo punto la sua produzione artistica e quindi la sua arte. Intorno agli anni del 1690, Ross dipinse soprattutto paesaggi. L'abilità e la rapidità dell'uso del pennello non tolsero, tuttavia, qualità ai suoi dipinti.
Fu attivissimo soprattutto come pittore di animali, che lui dipinse in primo piano su sfondi paesistici e con pennellate di colore ricco e intensi effetti luministici ma fu anche in grado di realizzare composizioni più complesse, come testimoniato dal disegno
Deposizione dalla croce ora al Jean Paul Getty Museum. Le sue opere sono esposte in numerosi musei (Firenze, Uffizi; Madrid, Prado; Kassel, Hessisches Landesmuseum; Dresda, Gemäldegalerie).
Il pittore morì in miseria, logica conseguenza della sua vita dissoluta.