Antonio del Re

Era il secolo in cui Tivoli assisteva alla costruzione di Villa d'Este voluta dal Cardinale Ippolito d'Este, figlio di Alfonso d'Este e Lucrezia Borgia (nata dalla lunga relazione tra Rodrigo Borgia, noto ai più come papa Alessandro VI, e Giovanna de Candia dei Cattanei, nota come Vannozza). Ippolito vantava una parentela materna di tutto rispetto anche perché il nome della famiglia Borgia era in genere associato allo strapotere politico ed economico raggiunto con qualsiasi mezzo dai vari componenti di questa nobile famiglia che, con perversione, corruzione e inganni, acquisiva sempre maggior potenza accrescendo, anche con unioni matrimoniali mirate, il proprio patrimonio. Ebbene il cardinale che voleva diventare papa, sconfitto nel Conclave, per volontà di Giulio III era diventato governatore perpetuo di Tivoli Prendendo possesso del suo Ufficio il 9 settembre 1550, abituato al lusso, si fece costruire nella campagna tiburtina (nella ridente Valle Gaudente)una villa, gemella del grandioso palazzo che si stava costruendo a Roma a Monte Giordano. Si pose così mano alla realizzazione di Villa d'Este affidata all'architetto napoletano Pirro Ligorio, definito da Antonio Del Re “huomo più antiquario, che buono historico, et erudito”.


Copertina della ristampa

Il Ligorio, come antiquario del cardinale, si diede un gran da fare nel territorio tiburtino (soprattuttto a Villa Adriana) sia per recuperare sculture, frammenti architettonici (con cui abbellire la costruenda villa)e monete sia per riportare alla luce testimonianze archeologiche di edifici da cui trarre ispirazione e innovative soluzioni architettoniche e artistiche da utilizzare nella realizzazione della citata villa. Di tale accurata ricerca l'architetto lasciò memoria nei suoi manoscritti e soprattutto nel “ Libro o’ vero trattato dell’antichità XXII di Pirrho Ligorio patritio napolitano et cittadino romano, nel quale si dichiarano alcune famose ville e particolarmente dell’antica città di Tibure et di alcuni monumenti”. Tali manoscritti ligoriani erano noti ad Antonio Del Re come attesta soprattutto il V capitolo ( diviso in due parti) delle sue “Antichità Tiburtine” dedicato a Luigi d'Este. Nei punti infatti in cui descrive Villa d'Este, il Del Re cita e riporta descrizioni delle stanze o fontane attingendo notizie dal manoscritto del Ligorio. Molto interessante è inoltre nella seconda parte della citata opera, l'affermazione del Del Re, secondo il quale il Ligorio avrebbe compilato una pianta della Villa di Adriano (oggetto dei suoi scavi), pianta di cui però si sono perse le tracce.

Tale V capitolo fu pubblicato nel 1611 dall'editore Mascardi a Roma mentre i capitoli I e II sono stati pubblicati nel 2012 nella collana "Contributi alla conoscenza del patrimonio tiburtino", a cura di Pietro Candido, con introduzione del prof. Roberto Borgia. Nel 2014 invece è stato ristampato il V capitolo (edito nel 1611) a cura della giovane studiosa Emanuela Marino, per i tipi della Universitalia, Roma.. Il volume si avvale della prefazione di Carmelo Occhipinti, uno dei maggiori esperti delle antichità estensi, docente di Museologia e Storia del collezionismo nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, dove Emanuela ha conseguito la laurea magistrale in Storia dell’Arte a pieni voti, avendo come relatore proprio l’Occhipinti.

Furono invece pubblicate nel XVI e XVII sec le sue opere giuridiche come il “Tractatus De iuramento calumniae, in quo breuiter enucleantur omnia, quae super iuramento calumniae in scholis, & in foro accidere solent. Authore Antonio Del Re Tiburtino V.I.D. Duplici indice apposito, vno capitum singulorum, altero materierum, rerumque notabilium ... dedica - Venetiis : apud haeredes Melchioris Sessae, 1598; la nuova edizione del 1599 dal titolo “Tractatus De Iuramento Calumniae, Novus Et Absolutus ... Nunc Primum in Lucem Editus. ... Adiecta Sunt Summaria, & Indices Duo .. Coloniae Agripp.: Antonius Hierat, 1599”. Una terza ristampa postuma della stessa opera avvenne nel 1677 con il titolo “Tractatus novus, Perspicuus & absolutus de juramento calvmniae, ... Osnabrugi, Apud Joannem Georgium Schwänderum, 1677”.

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