In una visita effettuata nella Diocesi di Tivoli nel 1681 il Cardinale Marescotti - vescovo di Tivoli dal 1670 al 1684 - leva un grido di dolore nei confronti dell'incredibile numero di pratiche superstiziose presenti nella zona di cui sottolinea "l'estrema rozzezza dei costumi" causata dalla "mancanza di maestri adatti nell'intera Diocesi" (Archivio di Stato di Roma, Camerale III, fasc. 2323). In questo documento si denuncia soprattutto l'ignoranza dei parroci e dei sacerdoti in genere che "non sono neppure capaci di sentire le confessioni" ! E parliamo comunque di anni in cui, a cura del Cardinale Roma, proprio a Tivoli viene eretto il Seminario (1634) con buona affluenza di iscritti. Ciò significa che la cosiddetta "istruzione", nonostante i tentativi della Compagnia di Gesù, continuava ad essere appannaggio di pochi, rimanendo il popolo, negli anni della Controriforma, del tutto escluso anche dall'istruzione primaria. E duole registrare come nei secoli successivi gli interessi culturali dei tiburtini certamente non migliorarono se alla fine del secolo XVIII un viaggiatore, estensore di memorie storiche, poteva esclamare: "Li primari cittadini sono più appassionati per la caccia, che per le lettere" (F.A.Sebastiani, Viaggio a Tivoli, Fuligno 1828, lettera 21).
La breve, ma essenziale panoramica che ho cercato di fissare sulla tipologia scolastica degli istituti di istruzione dei Gesuiti non tocca che assai marginalmente una "schuoletta" di provincia come quella di Tivoli: tutto quello che può essere ascritto a forme di istruzione superiore sfiorò il seminario, entrò nello studio privato di qualche casa nobile, influenzò per breve stagione i pochi adepti dei cenacoli letterari locali autodefinitisi pomposamente "Accademie", lasciò un acre sentore di provincialismo nella spocchia di qualche erudito..mentre una certa rinomanza assunsero i predicatori dei diversi Ordini religiosi e fu il teatro tragico di argomento sacro e mostrare la maggiore vitalità se ancora nel 1717, a cura della Congregazione degli Artisti, si rappresentò in città una tragedia in latino sulla Passione di Nostro Signore (Libro de Ricordi, Fondo gesuitico 1634, p. 142, ad annum 1717).
Il retaggio di queste rappresentazioni rimase a lungo nella cultura contadina se ancora fino agli anni '50 del XX secolo, a Tivoli e nei paesi limitrofi, durante la Settimana Santa o in occasione delle principali Fiere, assai modeste compagnie di teatranti mettevano in scena i Misteri della Passione o Vite di Santi finite in tragedia.
Ho citato le fonti generali della Compagnia di Gesù per ciò che riguarda la storia della sua istituzione a Tivoli. Possiamo ora ricostruire con documentata precisione l'esatta vicenda della scuola tiburtina, con l'aiuto di una ulteriore serie di fonti di prima mano.
Possediamo anzitutto un Libro di Ricordi che ci accompagna fino al 9 giugno del 1733, un mese prima della soppressione della Compagnia di Gesù. Si tratta di un codice numerato a pagine e in qualche tratto a fogli. Fedele testimone di tutta la vicenda del Collegio tiburtino, ci rende edotti di una serie di costumi e problematiche altrimenti incomprensibili per noi. Questo l'incipit: "Libro de ricordi fatto l'anno 1597 delle cose temporali di questo nostro Collegio di Tivoli et che al presente possiede, per quanto sen'è potuto havere informatione. Delle Reliquie non se ne fa mentione in questo, ma nel libro della Chiesa. Sarrà diuiso in doi parti: nella prima parte che incominciarà dal primo foglio saranno li ricordi perpetui cioè de stabili, vigne, Oliueti, Censi et altri simili. Nell'altra parte che incominciarà dal foglio [spazio bianco] saranno li ricordi temporali acciò li superiori che vengono di novo siano informati facilmente di tutto il stato del Collegio" (f. 2) [.] 1549: Luigi di Mendoza chierico di Segovia fece venire la compagnia in Tivoli et li diede la Chiesa di S. Maria del passo doue habitorno li nostri Padri per anni [.] (p. 3).
Questo era l'unico caso in cui agli insegnanti che curavano la frettolosa spiegazione dei manualetti era ancora concesso di usare il volgare. Successivamente si studiava Catone, Cicerone, Orazio,Ovidio, autori tutti nella versione cosiddetta "espurgata". Quotidianamente si aggiungevano prove di brevi e semplici composizioni latine.
Un "Libro dei Conti" fu iniziato dal rettore Andozi nel 1566 e si trova nel Fondo Gesuitico 1624 al n. 15.
Una "Relatione dello stato temporale del Coll.o della Comp.a di Giesù di Tivoli alla metà del Seicento" fu data alle stampe nell'ottobre del 1649 ed è custodita nel Fondo gesuitico 1624 n. 17. Questa l'intitulatio completa: "relatione dello stato temporale del coll.o della Comp.a di Giesù di Tivoli secondo il comandamento di N.S.Papa Innocenzo X e secondo la formola da osservarsi mandata alle stampe di Xbre del 1649".
Incipit: "Il Coll.o della Comp.a di Giesù situato nella Città di Tiuoli fu eretto l'anno 1548 il giorno della Natività della B.V., essendovi presente S. Ignatio di Loiola Fondatore della detta Comp.a, da Luigi di Mendoza Chierico di Segovia. Se bene, essendo quel sito fuor della Città, doppo haver habitato a piggione, hebbe la Comp.a da Lorenzo de virili bus da Città di Castello, e da altri, o in dono o per compra il sito doue hora sta colla Chiesa prima di S. Salvatore, datoci dal R. Gio. Dom.co Ciaccia Tiburtino".
La "Notizia di tutti i beni che ha posseduto o possiede il Collegio di Tivoli" (fine '600) è catalogata nel Fondo Gesuitico al n. 1624 n. 12; sotto questa medesima catalogazione è conservato il "quinterno" intitolato "Historia succinta del Coll.o di Tivoli" esteso di mano propria dal Procuratore generale (le notizie arrivano al 1661).
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